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giovedì 28 settembre 2017

Il De André romanziere

UN DESTINO RIDICOLO
di Fabrizio De André e Alessandro Gennari


Una storia involuta, caotica, ironica.
Come fan di De André sono contenta di averla letta: c'è molto di lui, a livello di trama (ad esempio, incontriamo l'incarnazione di Boccadirosa) e di spiritualità (tematiche, sensibilità). Ed anzi, c'è persino lui, Fabrizio, che compare tra i personaggi (e così il coautore, Alessandro Gennari). Troviamo Genova, ma anche tocchi sardi... E ci godiamo ammiccamenti e riferimenti.
Però...
Ecco, De André cantautore ci ha abituati a molto di più. Qui la scrittura è ottima a livello di frasario, ma non di architettura. E nemmeno la trama regge il confronto con le canzoni. A tratti sfocia nel “barzellettisco” e appare scontata, inoltre si smarrisce nei suoi stessi meandri. Certo, si va avanti volentieri, non ci si arena... Tuttavia non si è nemmeno consumati dalla brama di proseguire. I personaggi sono delineati bene, ma alcuni passaggi risultano frettolosi, semplicistici, e si pecca di vago paternalismo. 
E poi persino sotto il profilo morale ci sono affermazioni che mi disturbano. Mi sta bene evitare perbenismo e ipocrisia, mi sta bene cercare di comprendere i motivi di tutti ed evitare il pregiudizio... Ma certe assoluzioni ideologiche mi disturbano. Ci sono azioni che sono sbagliate e punto, a prescindere da chi e perché le ha commesse. Uno può essere compreso e perdonato, ma giustificato no. Quello mi dà fastidio.
La storia è piacevole, a tratti fa sorridere, a tratti affascina, ma i vari momenti che la compongono non sono bene amalgamati: non sempre le quattro mani che hanno collaborato alla stesura sono in armonia.
Anche la morale di fondo, con il riferimento al destino, ridicolo in quanto predeterminato e impossibile da rifuggire a causa dell'illusorietà del libero arbitrio, non mi convince e mi sa di faciloneria.
Per essere chiari... se al De André cantautore darei senza esitare un dieci e lode, al De André romanziere darei sei e mezzo, nonostante le frasi intrise di bellezza. E mi sentirei generosa.

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