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lunedì 18 settembre 2017

Un'ottima struttura narrativa

UN'ESTATE DA RAGAZZI
di Richard Cox


Prendi “It” di Stephen King, togli Pennywise, togli l'orrore (ma non l'immaginazione) e aggiungi un tornado... 
Più o meno il romanzo è questo e, a parte la fine un po' sbrigativa, è davvero uno splendore!
C'è la parte, incantevole, con i protagonisti sulla soglia dell'adolescenza alle prese con un segreto assurdo – più altri meno assurdi e più tristi – inframmezzata alla loro avventura da adulti, in cui i misteri si affrontano e vengono chiariti, tra rivelazioni scioccanti, drammi vari, previsioni meteo (non per caso, il tornado è di nuovo in agguato) e un'ottima struttura narrativa. Di diverso da King c'è, soprattutto, che qui i protagonisti hanno quasi tutti dei lati oscuri piuttosto consistenti, e non sono dolci bambini che devono difendersi dai bulli e dal male o adulti complessati... Sono loro i bulli, e forse anche il male (ciò non toglie che inevitabilmente ci affezioneremo ad alcuni di loro, sebbene, ancor di più, ci affascineranno le loro dinamiche sociali... certo, non ci innamoreremo di loro come di Ben, Richie, Beverly e Bill, ma anche perché qui i ragazzini non sono così uniti. In compenso, non c'è alcun divario qualitativo – che guasta un po' It – con le loro gesta da adulti! 
La trama è accattivante, ricca di colpi di scena, di riferimenti agli anni 80 (e a King in particolare: da “Misery” a “La Zona Morta”) e con un imponderabile elemento fantastico, reso plausibile dall'ottima mise en scene (anche se a tratti si rivela sdrucciolevole, slavata, e qualcosa manca a livello generale, come se si intuisse qualche farraginosità sotto l'impianto di base); l'elemento di maggior efficacia, però, è dato dalla prosa, che non si limita a coinvolgere, ma crea quell'atmosfera fatata che fa compagnia e che ti induce a sentirti protetto, ovattato, coccolato e nostalgico, come quando sei piccolo e ti viene raccontata una fiaba, poco importa che il lupo scanni cappuccetto rosso. 
E' meraviglioso quando un libro riesce a rievocare queste sensazioni, perché, davvero, ti porta altrove avvolgendoti nelle sue spire, fino a farti addirittura scordare che stai leggendo.
Non un romanzo perfetto, è vero, ma uno dei migliori letti ultimamente tra gli autori contemporanei.

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