OTTA
AWARDS 2017 – FILM MPM
Chi siamo? Dove andiamo? Ma soprattutto cosa guardiamo?
Ancora una volta messo in mezzo a mia insaputa dalla Otta, eccomi qui a raccontarvi ciò che il 2017 ci ha lasciato, cinematograficamente parlando. Giocando sul fatto che non ricordo cosa ho mangiato ieri a cena, mi soffermerò solo sui titoli che mi hanno lasciato qualcosa su cui riflettere...
di Olivier Assayas, con Kristen Stewart
Non c'è niente da fare, è l'unico film che mi ha "disturbato". Convinto che trattasse di sacchetti dei supermercati, mi sono invece trovato di fronte ad un thriller, pseudo horror, come se fosse antani (nel senso che gli spettatori sono vittime inconsapevoli delle mire di un regista malato ma di talento). Una pellicola fatta di sguardi in camera da parte della protagonista, di scena viste da prospettive diverse, di teste sorridenti che ti guardano ammiccando ma che di fatto sono come vasi sospesi in aria, senza corpo e senza solidità alcuna. Personal Shopper è stato il mio Twin Peaks cinematografico.
Pollice alto!
di Luis Bunuel
Immaginate una tortura cinese, una di quelle con la goccia d'acqua che ti picchia in testa. L'unico lungometraggio in cui la Otta non ne vuole sapere di dormire e ti tocca guardarlo tutto d'un fiato. Ad un tratto le torture subite da Robert De Niro ne "Il Cacciatore" passano in secondo piano. Un film, pare impossibile, in grado di competere con la corazzata Kotiomkin.
Dito medio!
di Rian Johnson
Chiudiamo con i film comici. Non riesco a pensare a "Gli Ultimi Jedi" senza che lo spot della robiola Osella venga a tormentarmi, sotto forma di mammella di alieno gigante. Sotto sotto, continuo ad essere convinto che almeno l'idea di creare una storia inedita ci fosse, peccato per la realizzazione sopra le righe. I momenti comici sono troppi e non sono tutti facilmente giustificabili. Si sogghigna ma non dovrebbe essere così. Potenza del team JJ Abrams.
Porg!
Ma un chien andalou è un capolavoro. Ha persino vinto un Otta Award.
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