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lunedì 29 gennaio 2018

OTTA AWARDS 2017 - PARTE XV

OTTA AWARDS 2017 – SERIE TV MPM


Twin Peaks - Il Ritorno, Star Trek: Discovery e Lethal Weapon, direi che il podio spetti a loro, ma non siamo qui per parlare di questo, siamo qui per parlare di Don Teodoro, cioè... Don Matteo.

Il 2017 è stato davvero il suo anno. E si, perché la nuova legge sulla salvaguardia dei prodotti italiani ha imposto anche alle reti in streaming l'utilizzo di un certo numero di ore filmate nel Bel Paese.

La lungimirante direzione di Netflix Italia ha così fatto shopping negli archivi RAI. Ben sei stagioni di Don Matteo sono quindi finite sulla piattaforma americana, per la gioia di quei quattro o cinque over 40 che hanno l'abbonamento. Ci avrebbe comunque pensato poi la stessa RAI a rendere disponibili le restanti stagioni e tutti gli spin-off su Raiplay. Che il binge watching abbia inizio...

Si chiamava Teodoro, doveva interpretarlo Lino Banfi ma poi Terence Hill si liberò da un precedente accordo e venne subito scelto per la parte del protagonista.

"All'inizio avrebbe dovuto chiamarsi Don Teodoro ed era un prete un po' tradizionale. Io l'ho voluto trasformare, l'ho detto: "Non mi sento Teodoro, che facciamo?". I Bernabei mi hanno chiesto di trovare un nome. Mi piaceva Matteo, un nome forte. È atletico come mi sento io, perché limitarlo fisicamente?" (Terence Hill)

In ogni caso, l'idea nasceva da quel padre Brown creato da Gilbert Chesterton. Giusto quindi che il raffronto sia con la più recente trasposizione del prete investigatore inglese, la versione targata BBC del 2013.

Don Matteo, produzione Lux Vide del 2000, a mio giudizio non può contare sulla varietà di atmosfere garantite dalla campagna inglese, ma dove stacca il corrispettivo estero è nella solidità del cast di supporto.

Alla fine non è tanto l'intreccio giallo a tenere desto lo spettatore quanto la spruzzata di soap opera che permea le vicende amorose della caserma dei Carabinieri di Gubbio.

In 18 anni sono state girate 11 stagioni di Don Matteo e i produttori han pensato bene di rendere "reale" lo scorrere del tempo, evitando in questo modo il consueto problema della crescita dei bambini impegnati sul set. Così si sono evitati escamotage tipici americani che risolvevano la cosa con una scritta in sovrimpressione all'inizio della puntata.

E per evitare l'effetto Jessica Fletcher (una cittadina di pescatori decimata dalle morti violente per permettere alla scrittrice di indagare), dopo 11 anni, da Gubbio inizia un esodo di massa verso Spoleto (pare che alla notizia, nella cittadina umbra girassero tutti con un cornetto).

stagioni 1-8 (Gubbio)
stagione 9 (Spoleto)
spin-off "Che Dio Ci Aiuti" con le suore di Modena
stagione 10 (Spoleto)
spin-off "Complimenti per la Connessione" con i Carabinieri di Spoleto
stagione 11 (Spoleto)

La formula è semplicissima (e ripetitiva): all'inizio avviene un delitto (o tentato omicidio). I Carabinieri arrestano immediatamente una persona che si rivelerà più avanti estranea ai fatti. Don Matteo giocando a scacchi (o mangiando una mela, o pulendo i raggi della bici, etc.) ha un'intuizione che lo porta faccia a faccia con il colpevole che preso dai sensi di colpa confessa. Solo una o due volte a stagione, Don Matteo "sbarella" e prende a cazzotti il colpevole che non si pente.

Sempre dalla prima stagione, Don Matteo recupera qualche bambino orfano o con i genitori in carcere e se li porta in canonica. La pensione gratuita di solito dura un anno. L'anno dopo infatti dei mocciosi non vi è più traccia.

Questo capita anche agli attori che non vanno più a genio alla produzione: vengono semplicemente "tagliati", senza "se" e senza "ma" e se sono fortunati la loro dipartita viene spiegata con poche parole nel primo episodio della nuova stagione, altrimenti ciccia.

Dalla stagione 8 viene pure introdotta la pubblicità (pubblicità indiretta, introdotta dal Testo Unico della radiotelevisione nel 2010). Capita quindi di vedere spesso gli operai dell'Enel in canonica, che i Carabinieri diventino assidui giocatori del Lotto, oppure che ognuno dei protagonisti decida di farsi la Postepay.


Eppure è anche il bello di una serie che ci tiene compagnia da così tanti anni e che ha sfornato anche due remake, uno polacco e uno russo.

Ma soprattutto, perché sto scrivendo questo? Per saperlo, ci vorrebbe Don Matteo...

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