THE
MINDY PROJECT
Divertente
Sit-com su una ginecologa trentenne (davvero? Dimostra almeno 40
anni), egocentrica, egoista, gioiosamente ignorante, cicciona e
indiana che vive a New York, e che – probabilmente perché ad
interpretare la protagonista è la stessa sceneggiatrice, produttrice
etc. – mentre rincorre la storia d'amore della vita, coniugando
carriera e parentesi romantiche, viene inspiegabilmente e
irrealisticamente corteggiata da metà degli uomini di New York...
Comunque,
devo ammetterlo, alla lunga (siamo alla terza stagione) la serie
diventa carina, aumentano e crescono i personaggi di contorno
(soprattutto Danny Castellano e l'infermiere Morgan, il mio
preferito, pregiudicato che vive con la nonna e quaranta cani),
mentre vengono fatti fuori senza pietà (manco accennando ad un
pretesto, ma semplicemente facendoli sparire) i personaggi – quasi
sempre femminili – considerati meno rilevanti (Shauna, Gwen etc.).
Persino
l'inguardabile Mindy (ma perché indossa sempre abiti corti? Non si
può coprire quelle gambacce?) finisce per risultare simpatica (per
quanto a volte continui ad essere irritante) e meno superficiale...
Certo,
spesso si viaggia di stereotipi da commedia romantica (Mindy stessa,
nonostante l'apparente velo di follia e la ricercata imbranataggine
alla Bridget Jones, è piuttosto convenzionale come donna), ma la Sit
è divertente, con un buon ritmo e buoni tempi comici, e, forse
perché ci viene somministrata due puntate per volta, fa compagnia,
diventando un piacevole appuntamento serale.
In
effetti, piace più al MPM che a me, che non impazzisco per le
digressioni amorose o pseudoromantiche, ma mi divertono le dinamiche
dello studio “Shulman e associati” (il cui titolare sparisce alla
terza puntata), l'amicizia e l'alchimia fra i vari comprimari, che a
volte giunge a vertici di pura spassosità, o le disavventure
ospedaliere e non della protagonista, che ha una propensione innata
per combinare pasticci e complicare le situazioni semplici...
Pure
la storia contenitore diviene vieppiù interessante, la continuity
aumenta e si vira sempre più verso “l'assurdo plausibile”,
mentre l'irrequieta Mindy finisce per stabilizzarsi anche dal punto
di vista sentimentale (unico rammarico, la partenza del personaggio
di Peter per il Texas)...
Insomma,
una commedia frizzante e leggera, in continua evoluzione, che più ci
si affeziona ai protagonisti più diventa gradevole (anche se, tra
tutti, Mindy è il personaggio meno interessante)!
Per
il resto, segnalo le periodiche guest star: da James Franco a Seth
Rogen, passando per Kevin Smith...
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