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lunedì 24 agosto 2015

Piccole perle di saggezza


L'ENIGMA DEL SOLITARIO
di Jostein Gaarder
 
 
Gaarder è diventato famoso con “Il Mondo di Sofia”, ma trai suoi libri quello che avevo preferito io in gioventù era senz'altro questo.

Altri come “Il viaggio di Elisabet” o “C'è nessuno?”, pur gradevoli, mi erano parsi infantili e pedanti, “Il mondo di Sofia” eccessivamente didascalico...

L'enigma del Solitario”, invece, era perfetto, per giunta con un'impostazione di base più variegata e originale.

Ricordo poco della trama, se non che mi era piaciuta, che riguardava legami familiari perduti e che era ricca di corrispondenze e colpi di scena, oltre che pregna di suggestioni filosofiche. Anche qui c'era la trovata de “il libro nel libro”, ma connotata da una maggior omogeneità con la vicenda principale, inoltre i personaggi, in generale, mi erano più simpatici, suscitavano più spontanea empatia, mentre la narrazione risultava più genuina e meno paternalistica.

Jostein Gaarder visto dal nostro vignettista

Ad impreziosire ulteriormente l'opera, poi, le piccole perle di saggezza sparse un po' ovunque: magari non tali da rivelare verità fondamentali, ma espresse con garbo e chiarezza, senza petulanza, ma con incisività.

In seguito alla lettura, poi, rammento di aver sviluppato un'attrazione particolare per i Joker dei mazzi di carte... In effetti, mi piaceva che fossero un elemento importante a livello narrativo e mi incuriosiva l'interpretazione che ne dava l'autore.

A conti fatti, anche in questo caso la storia era più che altro un paradigma – per quanto fantasioso e immaginifico – della vita, con le sue grandi domande... Domande che non sempre trovano una risposta assoluta, ma che sono profonde e interessanti di per sé, tanto più che hanno il potere di farti venire le vertigini.

Anche se, ammettiamolo, anche in quanto ad inventiva e fantasia, Gaarder non se la cava per niente male!

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