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domenica 30 agosto 2015

Racconto inedito

Racconto inedito, scartato da un'eventuale seguito di “Raccontini Malati”...

L'INTERVENTO


Sembrava una barzelletta e all'inizio Anna aveva cercato di prenderla in ridere, come previsto dal suo carattere vagamente squinternato, solo che dopo, a freddo, erano iniziati gli incubi.
Ne aveva già avuti quando le avevano diagnosticato il tumore.
Benigno, certo. Ma un tumore.
Al seno, per giunta.
Si era immaginata mutilata per sempre, una sorta di amazzone anacronistica e non mentalmente plagiata, perché, ragionava Anna, bisogna essere mentalmente plagiate per tagliarsi volontariamente una mammella. Però, che diamine, meglio una tetta in meno che un tumore, quindi, d'accordo: zak! Ci era voluto un po', ma alla fine si era rassegnata.
Poi, però, il chirurgo, il Dottor Berruti, quello che dovrà operarla, l'aveva rassicurata: Ma va'!, aveva obiettato. Nessuna asportazione: facciamo un taglietto, togliamo il baubau, e fine della storia! È un intervento di routine, una scemenza, stia tranquilla!
In effetti, Anna non aveva mai chiesto informazioni prima, a nessuno dei medici che l'aveva visitata, nemmeno alla ginecologa che le aveva prescritto l'ecografia. Era troppo terrorizzata per farlo, aveva trovato più pratico e più naturale fasciarsi la testa e disperarsi.
Non le resterà neanche il segno!, le aveva promesso invece il Dottor Berruti.
Fiuuu! Grazie!, aveva replicato lei con gli occhi lucidi, prossima alla commozione.
E quindi, quella mattina, a distanza di due settimane, si era presentata al colloquio pre-ricovero con animo sereno.
Era andato tutto bene: l'infermiera era premurosa, la gente in sala d'attesa affabile, l'elettrocardiogramma e i risultati delle analisi del sangue e delle urine perfetti. Anna era allegra.
Poi aveva parlato con l'anestesista.
«Allora, signora», aveva esordito la dottoressa, una matrona bionda con i capelli annodati ben stretti in cima alla nuca e le labbra contratte, «così bisogna rimuoverle un seno...»
«Eh?», aveva ribattuto Anna. «No! No, assolutamente!», si era affrettata a rispondere, con un mezzo sorriso stampato sulla faccia per genuino sentimento dell'assurdo. «È solo un intervento di routine, così ha detto il Dottor Berruti...»
«Qui c'è scritto mastectomia sottocutanea, signora. Vuol dire che glielo tolgono», aveva insistito la matrona, seccata e condiscendente.
«A me il chirurgo ha detto di no.»
«La firma è del Dottor Berruti, signora...»
«A me, però, lui ha assicurato che non è necessaria l'asportazione. E se non la è preferirei tenermi entrambe le tette...»
«Ma su, signora, se gliele tolgono poi gliele sostituiscono!»
«Eh, ma potendo preferirei tenermi quelle originali!», aveva replicato Anna, scioccata e incredula. «Sa com'è...»
Tuttavia l'anestesista, priva della benché minima solidarietà femminile (seppur dotata di un notevole paio di poppe), non lo sapeva, ma finalmente aveva accettato di telefonare al chirurgo per chiarire la situazione.
Per fortuna il Dottor Berruti aveva confermato la versione di Anna, motivando la dicitura “mastectomia sottocutanea” con incomprensibili ragioni di matrice burocratica.
L'anestesista era parsa contrariata e Anna si era fatta quattro risate raccontando l'episodio alle amiche, più che altro nella speranza di sdrammatizzare.
Perché un po' di ansia le stava tornando.
Al galoppo.
Ciliegina sulla torta: sua madre era stata così carina da tirare in ballo diversi esempi di malasanità, di denunce fioccate a destra e sinistra e di donne rovinate per un errore banale che ora avevano il seno asimmetrico, storto, o di dimensioni ridicole...
E l'ansia era tornata del tutto, in pompa magna.
«Non ti agitare inutilmente...», l'aveva però rimproverata il fidanzato, pacato e ragionevole. «Ad operarti sarà il Dott. Berruti, non l'anestesista. Si ricordava di te, e, da quel che mi riferisci, al telefono è stato preciso...»
Era vero. E sensato.
Quindi alla fine Anna si è imposta di stare tranquilla.
E adesso che è giunto il giorno del Day Hospital si sta sforzando di continuare ad esserlo.
Ci sta riuscendo.
È solo un intervento di routine, si ripete citando il chirurgo. Una scemenza.
Ma poi un'infermiera annuncia che il Dottor Berruti non c'è, che verrà un sostituto, mentre la dottoressa preposta a farle l'anamnesi le domanda di confermare che il seno da asportare è il sinistro.

Gesù!

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