Racconto
inedito, scartato da un'eventuale seguito di “Raccontini Malati”...
L'INTERVENTO
Sembrava
una barzelletta e all'inizio Anna aveva cercato di prenderla in
ridere, come previsto dal suo carattere vagamente squinternato, solo
che dopo, a freddo, erano iniziati gli incubi.
Ne
aveva già avuti quando le avevano diagnosticato il tumore.
Benigno,
certo. Ma un tumore.
Al
seno, per giunta.
Si
era immaginata mutilata per sempre, una sorta di amazzone
anacronistica e non mentalmente plagiata, perché, ragionava Anna,
bisogna essere mentalmente plagiate per tagliarsi volontariamente una
mammella. Però, che diamine, meglio una tetta in meno che un tumore,
quindi, d'accordo: zak!
Ci era voluto un po', ma alla fine si era rassegnata.
Poi,
però, il chirurgo, il Dottor Berruti, quello che dovrà operarla,
l'aveva rassicurata: Ma
va'!,
aveva obiettato. Nessuna
asportazione: facciamo un taglietto, togliamo il baubau, e fine della
storia! È
un intervento di routine, una scemenza, stia tranquilla!
In
effetti, Anna non aveva mai chiesto informazioni prima, a nessuno dei
medici che l'aveva visitata, nemmeno alla ginecologa che le aveva
prescritto l'ecografia. Era troppo terrorizzata per farlo, aveva
trovato più pratico e più naturale fasciarsi la testa e disperarsi.
Non
le resterà neanche il segno!,
le aveva promesso invece il Dottor Berruti.
Fiuuu!
Grazie!,
aveva
replicato lei con gli occhi lucidi, prossima alla commozione.
E
quindi, quella mattina, a distanza di due settimane, si era
presentata al colloquio pre-ricovero con animo sereno.
Era
andato tutto bene: l'infermiera era premurosa, la gente in sala
d'attesa affabile, l'elettrocardiogramma e i risultati delle analisi
del sangue e delle urine perfetti. Anna era allegra.
Poi
aveva parlato con l'anestesista.
«Allora,
signora»,
aveva esordito la dottoressa, una matrona bionda con i capelli
annodati ben stretti in cima alla nuca e le labbra contratte, «così
bisogna rimuoverle un seno...»
«Eh?»,
aveva ribattuto Anna. «No! No, assolutamente!», si era affrettata a
rispondere, con un mezzo sorriso stampato sulla faccia per genuino
sentimento dell'assurdo.
«È
solo un intervento di routine, così ha detto il Dottor Berruti...»
«Qui
c'è scritto mastectomia sottocutanea, signora. Vuol dire che glielo
tolgono», aveva insistito la matrona, seccata e condiscendente.
«A
me il chirurgo ha detto di no.»
«La
firma è del Dottor Berruti, signora...»
«A
me, però, lui ha assicurato che non è necessaria l'asportazione. E
se non la è preferirei tenermi entrambe le tette...»
«Ma
su, signora, se gliele tolgono poi gliele sostituiscono!»
«Eh,
ma
potendo preferirei tenermi quelle originali!»,
aveva replicato Anna, scioccata e incredula. «Sa
com'è...»
Tuttavia
l'anestesista, priva della benché minima solidarietà femminile
(seppur dotata di un notevole paio di poppe), non lo sapeva, ma
finalmente aveva accettato di telefonare al chirurgo per chiarire la
situazione.
Per
fortuna il Dottor Berruti aveva confermato la versione di Anna,
motivando la dicitura “mastectomia sottocutanea” con
incomprensibili ragioni di matrice burocratica.
L'anestesista
era parsa contrariata e Anna si era fatta quattro risate raccontando
l'episodio alle amiche, più che altro nella speranza di
sdrammatizzare.
Perché
un po' di ansia le stava tornando.
Al
galoppo.
Ciliegina
sulla torta: sua madre era stata così carina da tirare in ballo
diversi esempi di malasanità, di denunce fioccate a destra e
sinistra e di donne rovinate per un errore banale che ora avevano il
seno asimmetrico, storto, o di dimensioni ridicole...
E
l'ansia era tornata del tutto, in pompa magna.
«Non
ti agitare inutilmente...»,
l'aveva però rimproverata il fidanzato, pacato e ragionevole. «Ad
operarti sarà il Dott. Berruti, non l'anestesista. Si ricordava di
te, e, da quel che mi riferisci, al telefono è stato preciso...»
Era
vero. E sensato.
Quindi
alla fine Anna si è imposta di stare tranquilla.
E
adesso che è giunto il giorno del Day Hospital si sta sforzando di
continuare ad esserlo.
Ci
sta riuscendo.
È
solo un intervento di routine,
si ripete citando il chirurgo. Una
scemenza.
Ma
poi un'infermiera annuncia che il Dottor Berruti non c'è, che verrà
un sostituto, mentre la dottoressa preposta a farle l'anamnesi le
domanda di confermare che il seno da asportare è il sinistro.
Gesù!
Nessun commento:
Posta un commento