I
MISTERI DI WAYWARD PINES
di Blake Crouch
Come
promesso (si veda il post del 27 luglio scorso), dopo il rutilante
finale di stagione sono oggi a parlare del primo dei romanzi da cui è
stata tratta l’omonima Serie Tv (e magari, si veda altresì il post
del 10 luglio scorso). …Sostanzialmente corrisponde ai primi cinque
episodi e, benché riservi qualche sorpresa, non se ne discosta in
modo sostanziale.
Certo,
l’infermiera Pam è giovane, belloccia, e non ha legami di
parentela con nessuno, lo sceriffo Pope biondo e alto, Beverly è sui
trentacinque anni e belloccia pure lei (sono tutte bellocce qui),
Kate (sempre belloccia) è più anziana, Ben più piccolo mentre lui
e Theresa – rispettivamente figlio e moglie del protagonista,
l’agente speciale Ethan Burke – arrivano a Pines prima del loro
congiunto e ci sono diverse parentesi sull’esperienza militaresca
di Ethan a Falluja, ma niente di sconvolgente (a parte la circostanza
che Pilcher appare come uno psicotico megalomane sin da subito,
rendendo più coerenti diversi passaggi)…
Semmai
ci sono particolari in più, che come tali risultano più grotteschi,
ma anche più brutali e interessanti: le esecuzioni pubbliche, ad
esempio, vengono definite
“fêtes”,
festa, in francese, e i partecipanti (tra cui numerosi bambini) sono
soliti indossare costumi vistosi, mascherarsi, presentarsi seminudi,
costituendo uno spettacolare e realistico ritratto della bestialità
umana…
Indubbiamente
si tratta di una lettura piacevole, con una notevole idea di base, e
uno stile scorrevolissimo e semplice, che ci permette di perdonare la
circostanza che i personaggi tutti siano un po’ piatterelli e
scialbi.
E’
pur vero che le rivelazioni finali sugli Abbie (Aberrazioni) etc.
etc., per certi versi risultano inverosimili… Forse se fossimo
stati tenuti un po’ più col fiato sospeso, o se fossero stati
seminati più indizi nella prima parte… Ma allo stesso tempo non
dispiacciono, sono affascinante, più digeribili che nella Serie Tv,
e rendono originale un incipit che sapeva troppo di già sentito…
D’altro
canto, dopo la lettura della postfazione dell’autore, con la sua
dichiarazione d’intenti e di amore verso Twin Peaks, si comprendono
molte cose, e non si può esimersi da un cenno di approvazione.
Perché
se il vero scopo di Blake Crouch era di creare una cittadina
incantevole in superficie, quanto storta e agghiacciante sotto: beh,
direi che ci è riuscito in pieno.
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