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venerdì 28 agosto 2015

L'incanto di “Educazione siberiana”

IL RESPIRO DEL BUIO
di Nicolai Lilin


Ultimo romanzo della Trilogia Siberiana, meno poetico e appassionante del primo, ma più interessante del secondo...
In alcuni capitoli si recupera l'incanto di “Educazione siberiana”, ad esempio quando si narra della Taiga e di nonno Nicolai, del modo di vivere e della mentalità degli abitanti della foresta, che sanno essere generosi, ma posso ucciderti senza tante cerimonie perché hai invaso il loro territorio... In altri si torna all'equivalente cittadino (mi si passi la definizione) della guerra in Cecenia, con i falsi attentati per lo pseudo KGB, le armi e gli esplosivi... Ma ci sono anche elementi nuovi, come la parte iniziale relativa al Disturbo Post Traumatico da Stress di cui soffre Nikolaj dopo il congedo (assai notevole), o la figura dell'anziana sola che non sa come accendersi la stufa (davvero lirica)...
Le tematiche, dunque, sono varie, alternate, la narrazione lineare, cronologicamente definita, ma ricca di parentesi, di storie nelle storie (splendidi i consigli relativi alla sopravvivenza nella foresta)... Ed è stimolante osservare come le prospettive e le persone continuano a cambiare, ad evolversi, a succedersi, e quali bizzarre e avventurose pieghe intraprende la vita di Nicolai... Al contempo, però, dispiace che non ritornino i personaggi del primo romanzo, anche solo en passant (fatta eccezione per nonno Boris, che comunque viene giusto menzionato un paio di volte), e che ci sia una maggior continuità tra le tre singole opere, il cui filo conduttore, alla fine, è principalmente il protagonista...

Nel complesso una lettura coinvolgente, seppur non in modo trascendente, intimista, benché priva vibrazioni, con qualche descrizione molto bella, scorrevole, ed alcuni (scusabili) inciampi a livello di ritmo.

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