WAYWARD
PINES – 3 L’ULTIMA CITTA’
di Blake Crouch
E
siamo, dunque, al terzo ed ultimo romanzo, sostanzialmente
corrispondente all’episodio finale della prima stagione del
telefilm.
Le
differenze sono sempre di più, con tanto di inattesa parentesi
romantica tra due personaggi inaspettati (almeno dai semplici
spettatori della Serie Tv), mentre la strage commessa da XXX
(autocensura) viene rappresentata nel dettaglio, non viene concesso
alcuno spazio agli studenti e, soprattutto, l’epilogo è
completamente diverso: più ottimistico, o più incerto, o più/meno
desolante, a seconda di come lo si guarda (c’è la faccenda
individualistica, ma anche quella relativa alla specie,
all’estinzione e alle risorse alimentari, e poi c’è quanto non
ci viene narrato ma siamo costretti ad immaginare, i ruoli giocati
dai singoli personaggi…). L’unica cosa sicura è che se mai
dovessero proseguire, Serie Tv e saga letteraria, i protagonisti così
come le stesse vicende, partirebbero da prospettive diametralmente
opposte… E forse sguazzerebbero persino in generi differenti!
Tra
i tre romanzi ho preferito il secondo, ci sono più eventi, più
inquietudini, nel terzo alcuni fatti risultano forse un po’ fini a
se stessi, ripetitivi… Non sono noiosi, per nulla, anzi la tensione
è al massimo, però… Però, ecco, avrei gradito qualche squarcio
in più sul passato, o, ancora meglio, sul futuro o sugli Abbie e la
loro stirpe.
Valutando,
invece, l’opera nel complesso, la storia è accattivante, con molti
picchi di genialità e suggestione, di adrenalina e ansia, ma nel
complesso risulta un po’ superficiale, più votata
all’intrattenimento che alla letteratura... Da un lato dà
dipendenza e permette al fruitore di leggerla davvero velocemente,
dall'altro però suscita un po’ di rimpianto. Perché avrebbe
potuto essere molto, molto di più. Le idee ci sono, ma la psicologia
dei personaggi è poco approfondita e questi non suscitano molta
empatia (non si soffre per nessuna delle vittime e, tutto
considerato, non si prova nemmeno autentico odio per i cattivi),
inoltre, con così tanta carne al fuoco, i romanzi (specie i primi
due) avrebbero potuto dipanarsi facilmente per il doppio delle
pagine, così che la trama, pur meno immediata, sarebbe rimasta più
a lungo nell’anima dei lettori...
In
effetti, Wayward Pines avrebbe potuto essere una di quelle trilogie
che restano per sempre, che divengono cult… In questo modo, invece,
temo che possa evaporare fin troppo in fretta.
Comunque
sono contenta di averla letta, è notevolmente interessante e, per
qualche ora, mi ha indotta a dimenticare il resto del mondo.
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