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domenica 16 agosto 2015

L’epilogo completamente diverso

WAYWARD PINES – 3 L’ULTIMA CITTA’ 
di Blake Crouch


E siamo, dunque, al terzo ed ultimo romanzo, sostanzialmente corrispondente all’episodio finale della prima stagione del telefilm.
Le differenze sono sempre di più, con tanto di inattesa parentesi romantica tra due personaggi inaspettati (almeno dai semplici spettatori della Serie Tv), mentre la strage commessa da XXX (autocensura) viene rappresentata nel dettaglio, non viene concesso alcuno spazio agli studenti e, soprattutto, l’epilogo è completamente diverso: più ottimistico, o più incerto, o più/meno desolante, a seconda di come lo si guarda (c’è la faccenda individualistica, ma anche quella relativa alla specie, all’estinzione e alle risorse alimentari, e poi c’è quanto non ci viene narrato ma siamo costretti ad immaginare, i ruoli giocati dai singoli personaggi…). L’unica cosa sicura è che se mai dovessero proseguire, Serie Tv e saga letteraria, i protagonisti così come le stesse vicende, partirebbero da prospettive diametralmente opposte… E forse sguazzerebbero persino in generi differenti!
Tra i tre romanzi ho preferito il secondo, ci sono più eventi, più inquietudini, nel terzo alcuni fatti risultano forse un po’ fini a se stessi, ripetitivi… Non sono noiosi, per nulla, anzi la tensione è al massimo, però… Però, ecco, avrei gradito qualche squarcio in più sul passato, o, ancora meglio, sul futuro o sugli Abbie e la loro stirpe.
Valutando, invece, l’opera nel complesso, la storia è accattivante, con molti picchi di genialità e suggestione, di adrenalina e ansia, ma nel complesso risulta un po’ superficiale, più votata all’intrattenimento che alla letteratura... Da un lato dà dipendenza e permette al fruitore di leggerla davvero velocemente, dall'altro però suscita un po’ di rimpianto. Perché avrebbe potuto essere molto, molto di più. Le idee ci sono, ma la psicologia dei personaggi è poco approfondita e questi non suscitano molta empatia (non si soffre per nessuna delle vittime e, tutto considerato, non si prova nemmeno autentico odio per i cattivi), inoltre, con così tanta carne al fuoco, i romanzi (specie i primi due) avrebbero potuto dipanarsi facilmente per il doppio delle pagine, così che la trama, pur meno immediata, sarebbe rimasta più a lungo nell’anima dei lettori...
In effetti, Wayward Pines avrebbe potuto essere una di quelle trilogie che restano per sempre, che divengono cult… In questo modo, invece, temo che possa evaporare fin troppo in fretta.

Comunque sono contenta di averla letta, è notevolmente interessante e, per qualche ora, mi ha indotta a dimenticare il resto del mondo.

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