IL
VEDOVO
di Dino Risi
(1959)
Adoro
le commedie nere, specie quando, come in questo caso, virano sul
grottesco, sono salaci e ricche di verve! Non siamo al livello de
“Lo scopone scientifico” (peraltro successivo di oltre un
decennio), c'è meno fiele, e meno graffi, in compenso abbiamo una
Franca Valeri strepitosa e un Alberto Sordi (quasi) alla sua altezza,
che insieme formano una coppia esplosiva!
Anche
se, la differenza maggiore rispetto al capolavoro di Comencini, sta
nel fatto che mentre la trama di questa pellicola è prevedibile in
ogni suo passaggio, in ogni suo presunto colpo di scena, “Lo
Scopone” vanta ancora adesso un finale – coerente e non gratuito
– che ti tramortisce.
Ma
ciò non guasta la godibilità del film di Risi, non solo per via
degli interpreti stellari (compresi quelli dei ruoli minori,
specialmente Livio Lorenzon, alias il Marchese Stucchi), ma anche per
merito della vivacità del montaggio, dei micidiali battibecchi tra i
personaggi, del succedersi incalzante degli eventi, che, pur essendo
lineari, risultano coinvolgenti e ben avvicendati.
Per
dirla tutta, il giorno dopo ho visto pure “Crimen” – altra
commedia nera made in Italy con Alberto Sordi e Franca Valeri (più
Silvana Mangano, Nino Manfredi e Vittorio Gassman), questa volta del
1960, per la regia di Mario Camerini – gustosissima, con una trama
assai più intricata e peculiare, ma... ho preferito “Il vedovo”,
per la maggior dose di brio e per la perfezione dei tempi comici.
Perché mentre lo guardi, quasi non ti accorgi di star guardando un
film, ti pare di viverlo!
Sebbene
ormai un po' inflazionato, anche lo spunto di base è carino: il
Commendator Alberto Nardi (Sordi) è un pasticcione megalomane
sommerso dai debiti, la cui fabbrica, per giunta, sta per andare a
bagno. Sua moglie, invece, Elvira (Franca Valeri), oltre ad essere
ricca di famiglia è intelligente e ha un gran senso degli affari.
Peccato che ormai, dopo tanti anni, si sia stancata del marito, lo
apostrofi comunemente con l'epiteto di “cretinetti”, divertendosi
ad umiliarlo, e soprattutto non gli sganci più un quattrino. Ad un
certo punto però, viene data la notizia che la donna è morta in un
tragico deragliamento ferroviario, così Alberto si ritrova ricco
sfondato... Almeno fino a che...
Una
pellicola davvero notevole, divertente, folle, lucida e amenamente
perfidella, che non è invecchiata di un giorno e che, se vogliamo, è
altresì una denuncia nei confronti della miseria di chi si atteggia
a più di quel che è. E che insegna che quando si appone una firma è
importante leggere prima!
P.S.
Curiosità:
-
Anche in Crimen il personaggio di Sordi si chiama Alberto, ha un
pessimo rapporto col denaro ed è un Commendatore;
-
Come mi ha fatto notare il Mio Perfido Marito, ne “Il Vedovo” è
possibile riconoscere un giovanissimo Gigi Reder, alias il Ragionier
Filini di “Fantozzi”.
Hai ragione, film stupendo e ancora attuale. Io però ho preferito la recitazione di Sordi a quella della Valeri. Mi è squillato il telefono proprio nel momento clou, quando cioè Elvira "ricompare" alle spalle di Sordi e così ho messo in pausa il film ... il ferma immagine si è bloccato proprio sull'espressione che aveva Sordi risentendo la voce della moglie ... un misto tra stupore, incredulità, sconcerto e rabbia indescrivibile ... in poche parole: stupendo!
RispondiEliminaSordi bravo, non ci sono dubbi! Grazie della partecipazione!!!
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