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mercoledì 13 gennaio 2016

Abissi squisitamente umani

IL CROGIUOLO
di Arthur Miller


Dramma terrificante, sul tema della caccia alle streghe, che qui, però, non sono autentiche operatrici del demonio, quanto piuttosto cagnette invidiose, maligne e meschine, che porteranno una cittadina allo sfacelo.
E la cittadina, ovviamente, è Salem,
Ed è atroce vedere come è facile innescare il meccanismo della persecuzione, come sia facile da un lato autosuggestionarsi, cedere alla superstizione, e dall'altro approfittare delle circostanze per sbarazzarsi dei... nemici?
No, nemici è eccessivo.
Qui si tratta di semplici vicini bizzosi, di questioni terriere o, peggio, di pruriti sentimentali e abissi squisitamente umani.
E il processo, in particolare, è allucinante.
E la rabbia che ti monta in corpo e il senso di impotenza, di ingiustizia, che ti frustra.
Ad un certo punto ti viene davvero da arrenderti e limitarti a sospirare.

Arthur Miller ritratto dal nostro vignettista

La verità, in effetti, è che l'opera è davvero notevole, riesce a caricarti del pathos e dell'ansia, sottolineando al contempo la ridicolaggine della situazione, la sua crassa assurdità, pur drammatica e potenzialmente letale.
E altri temi si accarezzano, altresì. Quello della coerenza, dell'onestà intellettuale, del sacrificio, della dignità e dell'amor proprio... e sì, anche della nobiltà d'animo.
Un'opera che affonda le sue radici nella storia, ben documentata, del Massachussetts, ma che è stata scritta nel 1953, in pieno Maccartismo, e che a quello si rivolge. E non solo, visto che è tuttora attuale, interessando qualsiasi potenziale caccia alle streghe.

Di Miller avevo già letto “Morte di un commesso viaggiatore”, che avevo apprezzato. Ma mai come “Il Crogiuolo”.

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