GELATO
AL GUSTO DI PUFFO
E'
cominciata con una discussione con il Ragno, portata avanti a tavola,
nel corso di un pranzo in famiglia. Argomento: caramelle al gusto di
Puffo.
Memore
del sapore del gelato al Puffo (che ai tempi della mia infanzia
andava per la maggiore) ho commentato che non mi veniva in mente
nulla di più disgustoso. Poi ho ricordato che verso i sette anni mia
sorella Chiccachu era riuscita ad ordinare un cono Puffo e Puffetta
(che aveva finito per buttare), e ho capitolato. La Puffetta – rosa
bubble gum – era decisamente peggio.
Il
Ragno, tuttavia, ha cambiato la prospettiva della discussione. Ha
messo in luce la perversione del “gusto di Puffo”, e di come
sottintenda passioni cannibaliche. Insomma, nella fantasia dei
bambini, in teoria, stai mangiando un Puffo triturato e ficcato nella
gelatiera, non robaccia azzurra sintetica e piena di coloranti!
Il
gelato al gusto di Puffo è quello che potrebbe ordinare Gargamella,
il loro arci-nemico... I bimbi, però, dovrebbero amare gli strani
ometti blu, e non in senso “alimentare”... Come amano il
gelato...
Quindi
il gusto di Puffo, in realtà, è qualcosa di aberrante, di
sbagliato, di infido, di storto...
Già,
ho dovuto convenire.
Ma
poi, mi sono detta, in fondo... perché?
Fino
la 1984 il cattolicesimo era la religione di Stato, in Italia... E
uno dei Sacramenti più importanti del cattolicesimo è
l'Eucarestia... E che cos'è l'Eucarestia? In sostanza equivale a
mangiarsi Dio crudo...
Il
Ragno ha dovuto convenire con me che il gelato al gusto di Puffo è
più che accettabile...
E da qualche anno c'è pure il gusto Pokemon...! Giuro!
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