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lunedì 4 gennaio 2016

OTTA AWARDS 2015 - LIBRI

OTTA AWARDS LIBRI

Y allora (come diceva la mia Prof. di francese del Liceo), nel 2015 ho letto 81 libri – di cui la maggior parte già recensita –, indi cinque in meno rispetto al 2014...

Tra questi, quello che in assoluto ho preferito, che mi ha segnata per sempre e che ho amato più di tutti è “La Trilogia della Città di K.”, di Agota Kristof (Ed. Einaudi), ed in particolare il primo romanzo (picculo picculo) : “Il grande quaderno”: sublime.

No, sul serio, non so come ho fatto finora a vivere senza. Lo recensirò presto, ma nel frattempo posso solo dire che dovete leggerlo. Chiunque voi siate (supponendo, però, che abbiate almeno compiuto i diciott'anni).

Per il resto, in assoluto ordine sparso, tra i romanzi che ho prediletto ci sono:
“War World Z” di Max Brooks (Ed. Cooper), di cui ho apprezzato l'originalità e lo sfaccettato realismo;

il bellissimo “Anima” di Wajdi Mouawad (Ed. Fazi), che al solo pensiero mi fa venire il magone per quanto è profondo e doloroso, e peculiare nella sua impostazione, che peraltro non si riduce a vuoto esercizio di stile, ma arriva a toccarti l'anima, appunto;
La Famiglia Karnowski” di I. J. Singer (Ed. Adelphi), per le emozioni;
il dramma “Agosto, foto di famiglia” di Tracy Letts (Ed BUR): davvero una gradita sorpresa!;
il sensuale e magico “Ragnarok” di Antonia S. Byatt (Ed. Einaudi);

“La Campana di Vetro” di Sylvia Platt (Oscar Mondadori), che mi ha lasciato un vuoto dentro e poi lo ha riempito;
“Lamento di Portnoy” di Philip Roth (Ed. Einaudi), che mi ha fatta sbellicare;
il saggio “L'uomo che scambiò sua moglie con un cappello” di Oliver Sacks (Ed. Adelphi), per riflettere, sentire, imparare;
mentre tra le opere “meno narrative”, a dispetto dei bellissimi manuali sugli animali e dizionari sugli argomenti più disparati che ho letto (tra cui quello dell'orrore di Gianni Pilo, trasudante umorismo involontario), l'Otta Award va al “Dizionario della fiaba” di Teresa Buongiorno (Ed. Lapis), di cui avevo estremo bisogno.

Per quanto concerne, invece, gli autori che ho scoperto con più soddisfazione quest'anno: innanzitutto di nuovo lei, Agota Kristof – che potrei persino eleggere a mia scrittrice preferita e di cui mi impegno a consumare presto e voracemente qualunque rigo –; seguita dall'eccezionale Philip Roth (al momento sono alle prese con “La macchia umana”, ma ho già pronti “Everyman” e “Pastorale Americana”); ed Erri De Luca.
Assegno poi un premio speciale per il loro modo di “starmi vicino” ad Haruki Murakami e a Cormac McCarthy.

La delusione più cocente di quest'anno, invece, pur decisamente ridimensionata rispetto alle mie fosche aspettative, è ovviamente stata “Va', metti una sentinella” di Harper Lee (Ed. Feltrinelli). Non un brutto libro, va bene, ma senza mordente. E comunque interessante più che altro da un punto di vista affettivo e “filologico”.



A domani, con i fumetti!

1 commento:

  1. Spero di leggere presto la tua recensione sulla "Trilogia della città di K."! Anche a me è piaciuta moltissimo. B. B.

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