OTTA
AWARDS LIBRI
Y
allora (come diceva la mia Prof. di francese del Liceo), nel 2015 ho
letto 81 libri – di cui la maggior parte già recensita –, indi
cinque in meno rispetto al 2014...
Tra
questi, quello che in assoluto ho preferito, che mi ha segnata per
sempre e che ho amato più di tutti è “La Trilogia della Città di
K.”, di Agota Kristof (Ed. Einaudi), ed in particolare il primo
romanzo (picculo picculo) : “Il grande quaderno”: sublime.
No,
sul serio, non so come ho fatto finora a vivere senza. Lo recensirò
presto, ma nel frattempo posso solo dire che dovete leggerlo.
Chiunque voi siate (supponendo, però, che abbiate almeno compiuto i
diciott'anni).
Per
il resto, in assoluto ordine sparso, tra i romanzi che ho prediletto
ci sono:
“War
World Z” di Max Brooks (Ed. Cooper), di cui ho apprezzato
l'originalità e lo sfaccettato realismo;
il
bellissimo “Anima” di Wajdi Mouawad (Ed. Fazi), che al solo
pensiero mi fa venire il magone per quanto è profondo e doloroso, e
peculiare nella sua impostazione, che peraltro non si riduce a vuoto
esercizio di stile, ma arriva a toccarti l'anima, appunto;
“La
Famiglia Karnowski” di I. J. Singer (Ed. Adelphi), per le emozioni;
il
dramma “Agosto, foto di famiglia” di Tracy Letts (Ed BUR):
davvero una gradita sorpresa!;
il
sensuale e magico “Ragnarok” di Antonia S. Byatt (Ed. Einaudi);
“La
Campana di Vetro” di Sylvia Platt (Oscar Mondadori), che mi ha
lasciato un vuoto dentro e poi lo ha riempito;
“Lamento
di Portnoy” di Philip Roth (Ed. Einaudi), che mi ha fatta
sbellicare;
il
saggio “L'uomo che scambiò sua moglie con un cappello” di Oliver
Sacks (Ed. Adelphi), per riflettere, sentire, imparare;
mentre
tra le opere “meno narrative”, a dispetto dei bellissimi manuali
sugli animali e dizionari sugli argomenti più disparati che ho
letto (tra cui quello dell'orrore di Gianni Pilo, trasudante umorismo
involontario), l'Otta Award va al “Dizionario della fiaba” di
Teresa Buongiorno (Ed. Lapis), di cui avevo estremo bisogno.
Per
quanto concerne, invece, gli autori che ho scoperto con più
soddisfazione quest'anno: innanzitutto di nuovo lei, Agota Kristof –
che potrei persino eleggere a mia scrittrice preferita e di cui mi
impegno a consumare presto e voracemente qualunque rigo –; seguita
dall'eccezionale Philip Roth (al momento sono alle prese con “La
macchia umana”, ma ho già pronti “Everyman” e “Pastorale
Americana”); ed Erri De Luca.
Assegno
poi un premio speciale per il loro modo di “starmi vicino” ad
Haruki Murakami e a Cormac McCarthy.
La
delusione più cocente di quest'anno, invece, pur decisamente
ridimensionata rispetto alle mie fosche aspettative, è ovviamente
stata “Va', metti una sentinella” di Harper Lee (Ed.
Feltrinelli). Non un brutto libro, va bene, ma senza mordente. E
comunque interessante più che altro da un punto di vista affettivo e
“filologico”.
A
domani, con i fumetti!
Spero di leggere presto la tua recensione sulla "Trilogia della città di K."! Anche a me è piaciuta moltissimo. B. B.
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