OTTA
AWARDS LIBRI

Tra
questi, quello che in assoluto ho preferito, che mi ha segnata per
sempre e che ho amato più di tutti è “La Trilogia della Città di
K.”, di Agota Kristof (Ed. Einaudi), ed in particolare il primo
romanzo (picculo picculo) : “Il grande quaderno”: sublime.

Per
il resto, in assoluto ordine sparso, tra i romanzi che ho prediletto
ci sono:
“War
World Z” di Max Brooks (Ed. Cooper), di cui ho apprezzato
l'originalità e lo sfaccettato realismo;

“La
Famiglia Karnowski” di I. J. Singer (Ed. Adelphi), per le emozioni;
il
dramma “Agosto, foto di famiglia” di Tracy Letts (Ed BUR):
davvero una gradita sorpresa!;
il
sensuale e magico “Ragnarok” di Antonia S. Byatt (Ed. Einaudi);
“La
Campana di Vetro” di Sylvia Platt (Oscar Mondadori), che mi ha
lasciato un vuoto dentro e poi lo ha riempito;
“Lamento
di Portnoy” di Philip Roth (Ed. Einaudi), che mi ha fatta
sbellicare;
il
saggio “L'uomo che scambiò sua moglie con un cappello” di Oliver
Sacks (Ed. Adelphi), per riflettere, sentire, imparare;
mentre
tra le opere “meno narrative”, a dispetto dei bellissimi manuali
sugli animali e dizionari sugli argomenti più disparati che ho
letto (tra cui quello dell'orrore di Gianni Pilo, trasudante umorismo
involontario), l'Otta Award va al “Dizionario della fiaba” di
Teresa Buongiorno (Ed. Lapis), di cui avevo estremo bisogno.

Assegno
poi un premio speciale per il loro modo di “starmi vicino” ad
Haruki Murakami e a Cormac McCarthy.
La
delusione più cocente di quest'anno, invece, pur decisamente
ridimensionata rispetto alle mie fosche aspettative, è ovviamente
stata “Va', metti una sentinella” di Harper Lee (Ed.
Feltrinelli). Non un brutto libro, va bene, ma senza mordente. E
comunque interessante più che altro da un punto di vista affettivo e
“filologico”.
A
domani, con i fumetti!
Spero di leggere presto la tua recensione sulla "Trilogia della città di K."! Anche a me è piaciuta moltissimo. B. B.
RispondiElimina