I
PESCI NON CHIUDONO GLI OCCHI
di Erri De Luca
Romanzo
autobiografico, narrativo, pregno di descrizioni stupende e antiche,
profonde e superficiali, perché hanno il sapore della quotidianità,
intessute di ricordi e di atmosfera, che ti toccano la mente, ma pure
il cuore, seppure tu ti senti forse troppo distante dal protagonista,
perché, in fondo, tu non eri così irrimediabilmente malinconica e
sola, e tendevi a ridere di più di te stessa, o a una maggiore
sdrammatizzazione, o, ecco, ad un'immaginazione più iperattiva,
imperativa e potente, che sempre prendeva il sopravvento...
O
magari soltanto perché essere una ragazza è più facile che essere
un maschio, almeno quando sei tanto giovane.
O
quando ti innamori.
Mi
è piaciuto, però, questo librino.
E'
poetico e sostenuto da un bel frasario, da osservazioni acute, piene
di interesse.
Forse
è troppo corto per rimanerti davvero dentro, per essere fermato,
anche perché è fatto più di suggestioni che di shock o di
sostanza, ma questo potrebbe essere un pregio, nell'ottica di
rileggerlo, di riassaporare tutto da capo.
Perché
è il sapore, in effetti, salato e dolce insieme, con una sottile
punta acre, il suo lato migliore.
Il
sapore e il punto di vista, che presto divengono una cosa sola,
benché riescano ad offrire anche altre prospettive.
Acerbe
e mature, in contemporanea.
E
anche se non mi stancherò mai di dire quanto mi annoino le storielle
d'amore, questa l'ho apprezzata, perché è sottile, impalpabile,
incontaminata. E dolcemente incompiuta.
Non
eccezionale, no.
Ma
piacevole da riascoltare.
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