TRA
CIELO E TERRA
di Golo Zhao
E'
solo il primo volume, eppure, anche se la storia si presenta in
embrione, mi azzarderò a dire qualcosa.
Nelle
prime pagine mi sembrava un fumetto inconsistente e delicato, così
come l'altra opera di Zhao che ho letto, “Yaya” (in
collaborazione con Jean-Marie Omont): graziosa, lineare, un po'
infantile, non troppo originale, ma dolce, graziosa, e con disegni
bellissimi e colori eccezionali.
Solo
che “Tra cielo e terra” non è così.
Si
stratifica, si complica, e le linee narrative si moltiplicano,
tingendosi di sfumature diverse, intrecciandosi ed effettuando
qualche salto.
C'è
anche qui la dolcezza, c'è anche qui una bambina.
Ma
pure parecchie altre cose.
Cose
impossibili, ad esempio, che tuttavia accadono.
E
una creatura fatata, una sorta di spirito-sanguisuga (letteralmente),
che segue il protagonista e si stabilisce a casa sua.
E
poi una sacerdotessa che vuole ucciderla e...
Siamo
solo al principio.
La
trama sembra interessante, strutturata, e si preannuncia complessa,
così i personaggi.
Paiono
destinati a crescere, a creare sottotrame.
Se
leggo Yaya perché è “carina”, suggestiva e graficamente
irresistibile, credo che leggerò “Tra cielo e terra” (purtroppo
in bianco e nero) perché, aldilà delle caratteristiche Kawaii molto
accentuate, ci sono anche delle idee, una certa potenza di fondo, che
pure si afferma gradualmente, e qualche brivido sottile che ti
gorgoglia nella pancia. Oltre alla squisita soavità dell'atmosfera.
E
poi apprezzo la circostanza che le regole possano essere sovvertite
con la fede e l'innocenza, che il confine fra ciò che è reale e non
lo è sia così labile, e che, tuttavia, tutto rimanga in qualche
modo accettabile, senza sfiorare l'assurdo o il pretestuoso.
A
domani!
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