OTTA
AWARDS FUMETTI PARTE 2
(Manga,
Bonelli e affini)
E
dunque, rieccoci alle prese con la seconda parte degli Otta Awards,
quella dedicata ai fumetti 2015, nella sezione, diciamo, riservata
alle pubblicazioni da edicola (anche se io compro tutto,
rigorosamente in fumetteria):
non
ho alcuna esitazione ad assegnare l'Otta Award per il fumetto
migliore ad “Outcast” di Robert Kirkman e Paul Azaceta (Ed.
SaldaPress), mentre al secondo posto colloco lo spassosissimo
“Ratman” di Leo Ortolani (Ed. Panini Comics), che ringrazio per
l'azzeccatissima – per quanto garbata e soft – parodia di “Star
Wars 7”, pubblicata on line.
Riguardo
al terzo posto... Boh! Tra i “formato Bonelli”, infatti, mi
restano solo i Bonelli veri e propri, e quindi iniziano le dolenti
note... perché delle caratteristiche bonelliane (tradizione,
verbosità, storie seriali senza fine e con poca continuity,
scopiazzamenti svergognati, personaggi stereotipati) mi sono rotta da
tempo. Ammetto un tentativo di svecchiamento negli ultimi anni, però,
ecco, si può fare meglio...
In
effetti, io i Bonelli li leggo quasi tutti (principalmente per
abitudine) e, ormai, non me ne piace pressoché nessuno... Ed anzi,
vorrei che, in particolare, si ponesse fine alle sofferenze di Dylan
Dog e Julia, esauriti da tempo a livello di idee ed emozioni, ma
ancora lì, indecorosamente spremuti oltre ogni decenza, a riciclare
sempre gli stessi plot.
Di
Nathan Never e Dampyr, invece, in principio meno autoriali e
brillanti, ogni tanto qualcosa di interessante spunta ancora...
Tra
le pubblicazioni più recenti, invece, per quanto io sia un po' fuori
target, il meno peggio mi pare “Adam Wild”. “Morgan Lost” ha
molto potenziale, ma sostanzialmente si smarrisce un po', mentre
“Lukas Reborn” è meno interessante di “Lukas”, così come
“Nuovo Mondo” riesce ad essere ancora meno originale di “Orfani”
e “Ringo”. Pure “Le Storie” sono sostanzialmente una sterile
riscrittura di roba già sentita... la faccenda migliora leggermente
con “Lilith”, ma siamo ben lontani, ahimè, dai fasti di “Gea”...
Mentre “Dragonero” tende ad annoiarmi...
In
quanto ai manga, l'Otta Award va senza dubbio agli splendidi “Dragon
Head” (Ed. Panini Comics – Planet Manga), concluso al decimo
numero, e “Soil” (Ed. Panini Comics – Planet Manga), che riesce
sempre a tener desta la mia attenzione. Sarei, inoltre, lieta di
proseguire la lettura de “Il grande sogno di Maya” di Suzue
Miuchi (Star Comics), di “Berserk” di Kentaro Miura (Ed. Panini
Comics – Planet Manga) e di “Cesare” di Fuyumi Soryo (Star
Comics), ma da tanto non esce più nulla, nemmeno in Giappone...
Non
mi dispiacciono neppure “I'm a hero” di Kengo Hanazawa (GP
Publishing), “Dorohedoro” di Q Hayashida (Ed. Panini Comics –
Planet Manga), e “MPD Psycho”(Ed. Panini Comics – Planet
Manga), con tutto che, anche in quest'ultimo caso, la serie è in
corso e i numeri vengono necessariamente pubblicati con molta
sporadicità, di conseguenza io fatico sempre più a rammentarmi quel
che è avvenuto prima.
Invece
sto davvero oltrepassando il limite della sopportazione umana con
“One Piece” (Star Comics) e “Naruto” (Ed. Panini Comics –
Planet Manga), ovvero i manga attualmente più in voga e più
amati... Trooooooppooooo lunghi e troooooppooooo per bambini...
Grazioso
“Rinne” di Rumiko Takahashi (Star Comics) , ma siamo già ad
oltre dieci numeri in eccesso, mentre mi rammarico per il fatto che
bisogna aspettare cento anni per ogni nuovo numero del bellissimo
“Vagabond” o di “Real” di Takehiko Inoue (Ed. Panini Comics –
Planet Manga)...
Concordo circa il giudizio sui Bonelli. Ormai sono il punto più basso dell'editoria fumettistica... B. B.
RispondiElimina