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lunedì 1 febbraio 2016

Un'esperienza da vivere

GLI EQUINOZI
di Cyril Pedrosa


Dove ci viene mostrato, attraverso le storie dei protagonisti, quattro stagioni, e qualche divagazione – importantissima e densa di sottintesi –, come si compone l'esistenza, in senso particolaristico e universale, con i suoi alti, bassi e sfumature in mezzo... Perché, in un certo senso, le trame che ci vengono narrate sono quelle di tutti, anche le nostre, ad un tempo meramente rappresentative, eppure peculiari e individualistiche, solo che a vederle da queste angolazioni ci sembra di coglierne la cifra totale, frazionata sulla pagina, grazie al percorso stilistico e narrativo, e ricreata nella nostra mente, così, leggendo, senza sforzo, come se noi fossimo Dio...
E la trama, dunque, non è data dalla somma delle vicende dei personaggi, ma da qualcosa di più – di più ampio, profondo, complesso, multidimensionale – che accade fuori dalla pagina, avvolgendoci piano, inondandoci con una pluralità di emozioni/stati d'animo contrastanti, che si completano a vicenda, ponendosi in antitesi.
Ed è una sensazione notevole quella che si prova, da universo quantistico, panteistica, inebriante... Come se stringessimo in mano l'Aleph di Borges, un punto da cui possiamo vedere tutto contemporaneamente, con la differenza che qui ci vengono altresì offerti gli strumenti per comprenderlo (sì, anche a me viene in mente “Qui” di Richard McGuire).
Un'esperienza da vivere, più che una graphic novel, e sulla quale, poi, rimuginare... Anche a livello pittorico, tra l'altro, perché le tecniche cambiano, adattandosi alle circostanze (alle stagioni della vita), mutuandosi su di esse, e a volte le parole spariscono, altre divengono prosa, in un ciclo che si ripete, ma senza mai essere uguale...

La verità è che mi sono innamorata di quest'opera già osservandola a catalogo. Dopo averla avuta tra le mani, quindi, confermate le mie aspettative, ho dovuto immediatamente procacciarmi ciò che c'era a disposizione di Pedrosa – per ora “Cuori Solitari”, decisamente interessante, soprattutto a livello di “montaggio” – e ordinare quello che, a quanto pare, è il suo lavoro più importante, “Portugal”... Vi saprò dire, ma so già che non resterò delusa...

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