GLI
EQUINOZI
di Cyril Pedrosa
Dove
ci viene mostrato, attraverso le storie dei protagonisti, quattro
stagioni, e qualche divagazione – importantissima e densa di
sottintesi –, come si compone l'esistenza, in senso
particolaristico e universale, con i suoi alti, bassi e sfumature in
mezzo... Perché, in un certo senso, le trame che ci vengono narrate
sono quelle di tutti, anche le nostre, ad un tempo meramente
rappresentative, eppure peculiari e individualistiche, solo che a
vederle da queste angolazioni ci sembra di coglierne la cifra totale,
frazionata sulla pagina, grazie al percorso stilistico e narrativo, e
ricreata nella nostra mente, così, leggendo, senza sforzo, come se
noi fossimo Dio...
E
la trama, dunque, non è data dalla somma delle vicende dei
personaggi, ma da qualcosa di più – di più ampio, profondo,
complesso, multidimensionale – che accade fuori dalla pagina,
avvolgendoci piano, inondandoci con una pluralità di emozioni/stati
d'animo contrastanti, che si completano a vicenda, ponendosi in
antitesi.
Ed
è una sensazione notevole quella che si prova, da universo
quantistico, panteistica, inebriante... Come se stringessimo in mano
l'Aleph di Borges, un punto da cui possiamo vedere tutto
contemporaneamente, con la differenza che qui ci vengono altresì
offerti gli strumenti per comprenderlo (sì, anche a me viene in
mente “Qui” di Richard McGuire).
Un'esperienza
da vivere, più che una graphic novel, e sulla quale, poi,
rimuginare... Anche a livello pittorico, tra l'altro, perché le
tecniche cambiano, adattandosi alle circostanze (alle stagioni della
vita), mutuandosi su di esse, e a volte le parole spariscono, altre
divengono prosa, in un ciclo che si ripete, ma senza mai essere
uguale...
La
verità è che mi sono innamorata di quest'opera già osservandola a
catalogo. Dopo averla avuta tra le mani, quindi, confermate le mie
aspettative, ho dovuto immediatamente procacciarmi ciò che c'era a
disposizione di Pedrosa – per ora “Cuori Solitari”, decisamente
interessante, soprattutto a livello di “montaggio” – e
ordinare quello che, a quanto pare, è il suo lavoro più importante,
“Portugal”... Vi saprò dire, ma so già che non resterò
delusa...
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