Per
festeggiare S. Valentino:
SEGRETI
SIMIL-LETTERARI PER SUPERARE LA FINE DI UNA STORIA...
PARTE
I
Questi
segreti non esistono!
La
fine di una storia fa male, può essere umiliante e avvilente, e di
fatto è una botta di sofferenza totale, spesso inaspettata e sempre
difficile da gestire, specie se ti ritrovi l'infame di turno
continuamente tra le scatole.
Soluzioni?
Nessuna.
Devi
patire e goderti tutto il dolore.
Proust
ti consolerebbe dicendo: “Vedrai, ti arricchirà”, e
probabilmente è pure vero... Ma capisco che mentre ti contorci per
il cuore che ti si spacca Proustino-bello non sia di grande conforto
e al massimo ti venga voglia di cartellarlo...
Quindi,
ecco qualche ameno escamotage (fatto per due parti di allegra
caXXoneria, per tre di saggezza – che però va oculatamente
interpretata) che, se non risolve, potrebbe perlomeno aiutare:
- Consiglio mutuato da John Fante: scrivi!
nella
prefazione di “Chiedi alla polvere” J. F. spiega che qualunque
disgrazia capiti allo scrittore è per lui segreta fonte di gioia
perché implica nuovo materiale narrativo.
Un
ottimo modo per affrontare la perdita, quindi... è scrivere!
Non
sei una scrittrice/scrittore? Che c'entra? Tutti possono scrivere!
L'importante è essere sinceri con se stessi, e non si deve per forza
confezionare un romanzo: basta buttare i propri sentimenti sulla
carta, e poi si vedrà... Possono anche rivelarsi utili in un secondo
momento...
Piuttosto,
come ci illustrerebbe Pat Conroy, scrivere fa male: il dolore si fa
più travolgente, più incontenibile, le parole si mescolano alle
lacrime... Ma così lo si affronta, lo si rielabora, e... si supera
prima, accelerando i tempi della guarigione, magari riuscendo persino
ad esaminarne le cause! Piangere fa bene, è catartico, e se capisci
che cosa è andato storto è più facile che tu te ne faccia una
ragione, o che comprenda i tuoi sbagli, o quelli dell'altro/a...
Oppure, chissà, magari ti rendi conto che hai fatto addirittura un
affare, a sbarazzarti del/la tuo/a vecchio/a lui/lei... Oppure...
alla fine ti importerà solo di scrivere, perché magari sta venendo
fuori davvero qualcosa di buono e il tuo scopo, presto, non sarà più
dimenticare/affrontare la perdita, ma realizzare un'opera
dell'ingegno!
- Consiglio dall'eptalogia de “La Torre Nera”: Ricorda il volto di tuo padre
ovvero,
ricordati chi sei (una persona valida, piena di doti, risorse e di
autostima, che ha il dovere di amarsi e di essere felice, a
prescindere da tutto) e come sei usa/o comportarti (bene: senza
commettere bassezze e continuando ad avere il rispetto di te
stessa/o, in tutti i sensi possibili...)
- Corollario di Snoopy: Sono troppo io per morire!
Magari
adesso, senza di lui/lei, non ti senti completa/o, ma... sbagliato:
la/o sei! Ti credi forse un kaiser di ermafrodito (in senso
mitologico) che deve trovare la sua metà maschile/femminile? No! Sei
unica/o e irripetibile, indi amati e basta a te stessa/o! Anzi,
memento: da soli si sta da Dio! Approfittane e divertiti finché
resti libera/o! Ho visto delle mie amiche risorgere subito dopo
essersi separate dal marito! (Precisazione. Divertiti non vuol dire
vai a caccia di pipini/farfalline freschi/e... Divertiti vuol dire:
esci con gli amici, trastullati, fai tardi, progetta, crea...)
Domani
la seconda e ultima parte
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