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martedì 2 febbraio 2016

Qualsivoglia sfumatura

LA MACCHIA UMANA
di Philip Roth


Un romanzo potente e disperato, dalla trama complessa, architettonicamente ineccepibile, che si fonda sulle contraddizioni e sulle menzogne dell'esistenza – quelle che ci inventiamo noi (un po' per necessità, un po' per scappatoia) e che decidiamo pervicacemente di perseguire – e sul potere devastante dei pettegolezzi, della meschinità, ma altresì del dolore e della rabbia, di cui si narra l'incapacità di un superamento...
Un romanzo, però, non privo, di ironia e sempre rilucente di acuta lucidità, di analisi sferzanti e riflessioni adamantine, del quale ho apprezzato la trama, ma ancor più lo stile, capace di cogliere qualsivoglia sfumatura, moto dell'animo, o pensiero incidentale...
E poi, naturalmente, ho adorato i personaggi: multidimensionali, carichi di pathos e di fardelli... Personaggi che spaccano e che la carta riesce appena a contenere:
- Coleman Silk, con il suo carattere intenso e carismatico e le sue scelte estreme, il cui prezzo è disposto a continuare a pagare, anche quando ormai non serve più, pure a scapito degli altri (i suoi figli, in particolare), nemmeno fosse una dannazione divina (oppure la è? Non divina, ma dannazione autoinflitta?)...
- Faunia Farley, che non mi sento di definire, perché il bello sta proprio nello scoprirla a poco a poco, mentre vince ogni stereotipo...
- Zuckerman, il narratore, l'alter ego di Roth... E' la prima volta che lo incontro, ma so che ricorre spesso nelle sue opere. E ovviamente lo amo: per la sua sensibilità e i suoi scrupoli morali, la sua delicatezza come persona... Perché, sì, è una persona, prima di tutto, prima di essere un comprimario o un narratore...
E, infine, Delphine Roux, il un personaggio più orribile (assai più del trucido Les, l'ex marito di Faunia) quanto riuscito: una chiara applicazione di come, talvolta, le persone più colte e istruite possano essere le più infime e stupide e isteriche. Donnetta miseranda!
Quindi, in definitiva?
Leggete “La macchia umana”.

Leggete Philip Roth.

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