LA
SOTTILE LINEA SCURA
di Joe R. Lansdale
Il
primo romanzo di Lansdale che ho letto, e anche quello che, in
assoluto, mi è piaciuto di più.
Di
genere noir, divertente, ma senza eccessi, con qualche tocco di
poesia e una mirabile atmosfera – in bilico tra l'incanto
dell'adolescenza e la paura, tra la magia degli anni 50-60 e la
violenza bruta – è sostanzialmente un romanzo di formazione, che
trae il suo nutrimento da una storia di mistero e orrore, ricca di
colpi di scena, e da un passato non del tutto sepolto, con condimento
di omicidi e follia.
Ad
esaminarlo ex post, dopo aver fatto un po' meglio la conoscenza
dell'autore, posso ravvisarvi molte delle sue tematiche predilette –
razzismo, violenza domestica, denuncia sociale – mentre all'epoca
mi ero sentita piacevolmente sopraffatta, per via di tutte queste
cose – peraltro ben amalgamate – che bollivano in pentola...
Joe R. Lansdale ritratto dal nostro vignettista
Ad
avvincermi era stato soprattutto lo stile di Lansdale: coinvolgente
fin dalla prima parola, brillante, diretto, scoppiettante, ma con una
sorta di vena lirica e passionale, dolcemente nostalgica, ma senza
autocommiserazione, a conferirgli una marcia in più, a renderlo
unico (e che, successivamente, nei suoi altri romanzi che ho letto,
ho ritrovato con declinazioni assai diverse)...
Pure
la storia mi era piaciuta, non originalissima, di per sé, va bene,
ma sempre più ingarbugliata, sempre più veloce, ben calibrata –
il finale, soprattutto, mi aveva stupita – ... E ancora di più mi
ero entusiasmata per i personaggi, specie Stanley, il tredicenne
protagonista, che progressivamente perderà la sua innocenza, e la
sua sorellina Callie, dalle molte risorse.
Ultimo
elemento indimenticabile: il sapore del mitico 1958 texano, come
descritto da Lansdale, che con poche pennellate risce a ricostruire
un'epoca, un modo di vivere e di sentire, evidenziandone le storture,
con durezza, ma senza essere troppo crudo...
Davvero
carino!
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