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lunedì 9 maggio 2016

Aspettando non Godo(t), anzi...

TRENITALIA: UNA M…


Quale sarà la parolina misteriosa? Meraviglia? Magnificenza?
Ai lettori l’ardua sentenza…

Domenica 8 maggio devo prendere il treno presto, per cui sabato controllo gli orari su Internet, onde evitare sorprese (che ottimista, come se le F.S. non ne riservassero sempre e comunque!). Insomma che opto per quello delle 6.23 da Alassio. Benone!
Punto la sveglia alle 5.30, mi alzo a fatica (mi sono coricata alle 00.30 circa, ma verso le 3.00 mi sono alzata causa insonnia, riuscendo a riappisolarmi solo l’ora successiva) e mi trascino in stazione, modello zombie, dopo aver tirato giù dal letto pure il Mio povero Perfido Marito.
Arrivo alle 6.15 e controllo il monitor con arrivi e partenze: non c’è niente. Va beh, mi dico, ordinaria amministrazione: sarà fuori servizio. Scruto, allora, l’orario affisso sulla parete per conoscere il binario: ho un discreto carico di fumetti, tra cui otto cartonati, e non mi sento di spostarmi all’ultimo secondo. Solo che… boh. Il mio treno risulta non circolare né sabato, né durante i festivi. Oggi è domenica, dicevo. Ce n’è anche un altro, stesso orario, stessa destinazione, ma viaggia solo al sabato. Ergo? Niente treno?
Mi trascino su una panchina perché comunque ho le braccia prossime al crollo e verifico su Internet, sito ufficiale di Trenitalia. Mi rassereno: il treno c’è. Data 08/05/2016, partenza 6.23, come previsto. E’ il regionale n. 11341. Clicco su Maggiori Dettagli, scopro l’orario delle varie fermate e che il servizio di seconda classe non è prenotabile. Okay, manca poco. Ho due romanzi meco, inizio a leggere.
Immersa fra le pagine di Moravia e abituata come sono ai ritardi standard tra i 10 e i 20 minuti non bado subito alla circostanza che non seguono annunci né locomotive.
Del resto, i ritardi sotto i venti minuti spesso non vengono nemmeno segnalati, indi no problem. La mia panchinella è all’aperto, mi godo l’aria primaverile e il canto degli uccellini (dovrei dire i versi sgraziati dei gabbiani e il ridicolo tubare dei piccioni, ma sono di buon umore. Ancora).
Verso le 6.45, tuttavia, si alza il vento e l’aria primaverile si raggela. Decido di ripararmi nel gabbiotto chiuso, ma non posso, c’è un clochard che vi alloggia. Dorme nel suo lettuccio sul pavimento.
Torno alla mia panchina. Starnutisco.
Starnutisco.
Starnutisco.
Mi soffio il naso.
Intanto una signora clochard si apparecchia il tavolaccio di pietra sul primo binario, presumo per la colazione (che io ho saltato per far prima), un altro scatarra alacremente vicino al distributore automatico. Ha la decenza di sputare nel cestino dei rifiuti, ma emette il rumore dell’inferno dei tisici.
Io ho freddo, accipigna. Guardo l’ora, le 6.55.
Il mio treno doveva arrivare 32 minuti fa.
A questo punto capisco: gli orari riportati sul sito di Trenitalia sono ingannevoli, falsi e bugiardi. Ho il primo treno alle 7.57. Tra un’ora. Se ho fortuna.
Il clochard vicino alle macchinette rutta sonoramente e riprende a scatarrare. Mi domando se ciò abbia una valenza simbolica.
Sto congelando.
E ho sonno, un sonno invalidante.
Che dire?
Indovinate, ora, la parolina iniziale?

P.S.
Ecco alcune amenità che ho trovato girellando in rete mentre aspettavo Godot:
e i siti:

E sono solo i primi…

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