Se ti è piaciuto il mio blog


web

mercoledì 25 maggio 2016

Un modo unico di concepire la giustizia

L'AVVOCATO CANAGLIA
di John Grisham


L’unico altro romanzo di Grisham che ho letto, per giunta in gioventù, è “Il rapporto Pelican”. Ricordo che la storia mi era piaciuta, ma mi era parso che il libro non aggiungesse o togliesse molto – specie a livello emozionale – al film con Julia Roberts, e avevo concluso che lo scrittore non facesse per me. Troppo funzionale, troppo piatto. E poi non sono un’amante dei legal thriller.
Quando mi hanno regalato questo romanzo, tuttavia, sono stata contenta: erano passati un mucchio di anni, offrire un’altra possibilità all’autore mi sembrava doveroso, e poi, chissà perché, il titolo mi faceva sorridere…
Ebbene, l’ho apprezzato.
Intanto questa volta non si riesce a rimanere indifferenti al protagonista, l’avv. Sebastian Rudd, che suscita necessariamente empatia. Non tanto con le sue vicende personali (il rapporto con la ex moglie, il figlio, il pugile…) di cui non mi importa nulla e che di nulla mi sanno, quanto piuttosto con il suo modo di concepire la giustizia (critico, sostanziale, con qualche necessaria elasticità) e di essere avvocato (coraggioso, sui generis, ma efficace. Canaglia perché, pur di ottenere un risultato “giusto” è disposto a perpetrare azioni dubbie)… La verità è che le scene legate ai processi sono molto più coinvolgenti ed esaltanti di quelle d’azione o di vita familiare. L’interesse, quindi, per quanto si tratti certamente di intrattenimento, è soprattutto a livello sociale: l’impostazione, per quanto molto legata, per forza di cose, alle peculiarità americane, è caratterizzata da una volontà di denuncia verso lo stato di polizia venutosi a creare dopo l’11 settembre, i pregiudizi del popolino – che si ripercuoto sulla composizione della Giuria –, sugli obiettivi e la superficialità di tanti Giudici e Procuratori, i quali, spesso, sono influenzati da interessi politici, più che agire per la ricerca della verità… Non che ci vengano sottoposti continui pistolotti, piuttosto si assiste a fatti che le dimostrano.
L’opera, strutturata come un romanzo a racconti, è immediata, senza cali di tensione, e procede con un ritmo sempre più serrato, raggiungendo il suo apice, per quanto mi riguarda, nel racconto dei due coniugi anziani (mi pare il terzo)…
La prosa è così veloce ed esatta da apparire quasi liquida, perché, letteralmente, ti scorre fra le dita senza che tu riesca afferrarla, ma non è priva di corposità.

La speranza, a questo punto, è che Sebastian Rudd torni in un eventuale seguito!

Nessun commento:

Posta un commento