L'AVVOCATO
CANAGLIA
di John Grisham
L’unico
altro romanzo di Grisham che ho letto, per giunta in gioventù, è
“Il rapporto Pelican”. Ricordo che la storia mi era piaciuta, ma
mi era parso che il libro non aggiungesse o togliesse molto –
specie a livello emozionale – al film con Julia Roberts, e avevo
concluso che lo scrittore non facesse per me. Troppo funzionale,
troppo piatto. E poi non sono un’amante dei legal thriller.
Quando
mi hanno regalato questo romanzo, tuttavia, sono stata contenta:
erano passati un mucchio di anni, offrire un’altra possibilità
all’autore mi sembrava doveroso, e poi, chissà perché, il titolo
mi faceva sorridere…
Ebbene,
l’ho apprezzato.
Intanto
questa volta non si riesce a rimanere indifferenti al protagonista,
l’avv. Sebastian Rudd, che suscita necessariamente empatia. Non
tanto con le sue vicende personali (il rapporto con la ex moglie, il
figlio, il pugile…) di cui non mi importa nulla e che di nulla mi
sanno, quanto piuttosto con il suo modo di concepire la giustizia
(critico, sostanziale, con qualche necessaria elasticità) e di
essere avvocato (coraggioso, sui generis, ma efficace. Canaglia
perché, pur di ottenere un risultato “giusto” è disposto a
perpetrare azioni dubbie)… La verità è che le scene legate ai
processi sono molto più coinvolgenti ed esaltanti di quelle d’azione
o di vita familiare. L’interesse, quindi, per quanto si tratti
certamente di intrattenimento, è soprattutto a livello sociale:
l’impostazione, per quanto molto legata, per forza di cose, alle
peculiarità americane, è caratterizzata da una volontà di denuncia
verso lo stato di polizia venutosi a creare dopo l’11 settembre, i
pregiudizi del popolino – che si ripercuoto sulla composizione
della Giuria –, sugli obiettivi e la superficialità di tanti
Giudici e Procuratori, i quali, spesso, sono influenzati da interessi
politici, più che agire per la ricerca della verità… Non che ci
vengano sottoposti continui pistolotti, piuttosto si assiste a fatti
che le dimostrano.
L’opera,
strutturata come un romanzo a racconti, è immediata, senza cali di
tensione, e procede con un ritmo sempre più serrato, raggiungendo il
suo apice, per quanto mi riguarda, nel racconto dei due coniugi
anziani (mi pare il terzo)…
La
prosa è così veloce ed esatta da apparire quasi liquida, perché,
letteralmente, ti scorre fra le dita senza che tu riesca afferrarla,
ma non è priva di corposità.
La
speranza, a questo punto, è che Sebastian Rudd torni in un eventuale
seguito!
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