IL
CONCETTO DI TEMPO
di Martin Heidegger
Al
Liceo Heidegger non era nel programma, indi non l'ho studiato sui
libri di scuola... Tuttavia, ai tempi dell'università, ho avuto
occasione di assistere ad una conferenza incentrata su di lui e mi
sono innamorata: il mio filosofo d'elezione è sempre stato
Nietzsche, ma Heidegger è talmente vicino al mio nichilismo di
fondo!
Ho
dunque deciso di leggere “Essere e Tempo”, la summa del suo
pensiero, ma sono stata diffidata: è un volume impegnativo e non
solo per il poderoso numero di pagine, ma per la complessità dei
pensieri ivi espressa. E ciò secondo l'opinione, non di un comune
mortale, ma di Gian, laureato in filosofia!
A
questo punto ho deciso di optare per un approccio più soft e ho
scoperto che la Adelphi pubblica diversi librini di Heidegger,
brevissimi, e quindi più accessibili, che in nuce si presentano come
delle “prove generali” del capolavoro cui aspiro.
“Il
concetto di Tempo”, in particolare, consta di una settantina di
pagine, è dotato di un bel riepilogo/dizionario con i termini più
importanti, e racchiude una conferenza del filosofo che poi andrà a
costituire uno dei capitoli centrali di “Essere e Tempo”.
Non
dico che sia proprio facile da leggere, ma nemmeno difficile: basta
rimanere concentrati.
Il
registro è sufficientemente discorsivo, i ragionamenti presentati
con un certo schematismo, e soprattutto vengono spiegati un pezzetto
alla volta, procedendo per gradi. Non ci sono nemmeno troppi
riferimenti specifici a studiosi precedenti (più che altro ad
Agostino, il cui pensiero, però, è abbastanza immediato)...
Insomma, anche se sono arrugginita ho seguito agilmente le
speculazioni del Nostro, e credo non avrebbe difficoltà nemmeno un
lettore totalmente digiuno di filosofia (i punti fondamentali,
infatti, vengono rimarcati di continuo).
Considerando,
poi, che riflettere sul tempo equivale, sostanzialmente, a riflettere
sull'esistenza, oso affermare che l'argomento sia interessante per
chiunque!
Certo,
non ci si aspetti di discorrere semplicemente del più e del meno...
Il punto di partenza di Heidegger consiste nel distinguere il tempo
in oggettivo – che non ci interessa, in quanto appannaggio della
scienza e della natura, e quindi misurabile, ma sostanzialmente in
modo arbitrario e autoreferenziale – e soggettivo, che è appunto
quello su cui ragioniamo, relativo all'interiorità dell'io. Il
quale, però, a sua volta, non è sufficiente da solo, e va
approfondito...
Ci
addentriamo, così, in un percorso che è sempre più affascinante,
ma man mano più tecnico. Tuttavia, lo ribadisco, non difficile da
seguire se si resta concentrati (per aiutarmi meglio, io ho trovato
utile sottolineare i concetti chiave, e quindi armarmi preventivamente
di matita).
Il
mio piano, quindi, è di leggermi sti librini e poi passare all'opera
magna.
Con
calma, ma con dedizione...
Omaggi.
Nessun commento:
Posta un commento