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mercoledì 18 maggio 2016

Interessante per chiunque

IL CONCETTO DI TEMPO
di Martin Heidegger


Al Liceo Heidegger non era nel programma, indi non l'ho studiato sui libri di scuola... Tuttavia, ai tempi dell'università, ho avuto occasione di assistere ad una conferenza incentrata su di lui e mi sono innamorata: il mio filosofo d'elezione è sempre stato Nietzsche, ma Heidegger è talmente vicino al mio nichilismo di fondo!
Ho dunque deciso di leggere “Essere e Tempo”, la summa del suo pensiero, ma sono stata diffidata: è un volume impegnativo e non solo per il poderoso numero di pagine, ma per la complessità dei pensieri ivi espressa. E ciò secondo l'opinione, non di un comune mortale, ma di Gian, laureato in filosofia!
A questo punto ho deciso di optare per un approccio più soft e ho scoperto che la Adelphi pubblica diversi librini di Heidegger, brevissimi, e quindi più accessibili, che in nuce si presentano come delle “prove generali” del capolavoro cui aspiro.
“Il concetto di Tempo”, in particolare, consta di una settantina di pagine, è dotato di un bel riepilogo/dizionario con i termini più importanti, e racchiude una conferenza del filosofo che poi andrà a costituire uno dei capitoli centrali di “Essere e Tempo”.
Non dico che sia proprio facile da leggere, ma nemmeno difficile: basta rimanere concentrati.
Il registro è sufficientemente discorsivo, i ragionamenti presentati con un certo schematismo, e soprattutto vengono spiegati un pezzetto alla volta, procedendo per gradi. Non ci sono nemmeno troppi riferimenti specifici a studiosi precedenti (più che altro ad Agostino, il cui pensiero, però, è abbastanza immediato)... Insomma, anche se sono arrugginita ho seguito agilmente le speculazioni del Nostro, e credo non avrebbe difficoltà nemmeno un lettore totalmente digiuno di filosofia (i punti fondamentali, infatti, vengono rimarcati di continuo).
Considerando, poi, che riflettere sul tempo equivale, sostanzialmente, a riflettere sull'esistenza, oso affermare che l'argomento sia interessante per chiunque!
Certo, non ci si aspetti di discorrere semplicemente del più e del meno... Il punto di partenza di Heidegger consiste nel distinguere il tempo in oggettivo – che non ci interessa, in quanto appannaggio della scienza e della natura, e quindi misurabile, ma sostanzialmente in modo arbitrario e autoreferenziale – e soggettivo, che è appunto quello su cui ragioniamo, relativo all'interiorità dell'io. Il quale, però, a sua volta, non è sufficiente da solo, e va approfondito...
Ci addentriamo, così, in un percorso che è sempre più affascinante, ma man mano più tecnico. Tuttavia, lo ribadisco, non difficile da seguire se si resta concentrati (per aiutarmi meglio, io ho trovato utile sottolineare i concetti chiave, e quindi armarmi preventivamente di matita).
Il mio piano, quindi, è di leggermi sti librini e poi passare all'opera magna.
Con calma, ma con dedizione...

Omaggi.

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