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mercoledì 14 dicembre 2016

Un dramma fatto di piccinerie

LA CADUTA DELLE CONSONANTI INTERVOCALICHE
di Cristovão Tezza


Il titolo è stupendo – riferito al fenomeno linguistico che ha portato alla separazione del portoghese dallo spagnolo – la copertina e l’idea alla base anche.
Trattasi, tra un delirio e l’altro, della pseudautobiografia che il protagonista, Heliseu, anziano professore di filologia romanza, ci spaccia più o meno inavvertitamente mentre fa le prove del discorso per il ritiro del suo premio alla carriera in Università.
La verità è che se il prof. non fosse così insopportabile, pomposo e arrogante, così lontano dalla rettitudine morale e dal suo inesorabile essere perbene, ci ricorderebbe Stoner, nel senso che, tra una vanteria e l’altra, il racconto di Heliseu, come quello di Stoner, è un inno all’uomo qualunque, magari più solo di altri.
La storia, in sostanza, di un tizio insignificante che ha studiato e si è formato una famiglia, ma che non è stato amato particolarmente da nessuno, né dalla moglie, dal figlio, dagli amici o dall’amante, ed è afflitto da rimpianti e nostalgie.
Al di là delle differenze umane e biografiche, peraltro, e delle sapute digressioni filologiche (che in realtà sono l’unico rifugio/riscatto di Heliseu), rispetto a Stoner sono diversi i toni: qui improntati all’ironia e all’autoironia, con un protagonista che, alla lunga, anziché suscitarci compassione, solidarietà ed empatia, ci fa sostanzialmente sghignazzare. Alle sue spalle.
Naturalmente l’autentico valore del romanzo si scopre grattando sotto: sotto le parole, ma ancor più sotto gli atteggiamenti di Heliseu, e a poco a poco scopriamo che, al posto di una commedia, stiamo vivendo un dramma, fatto di piccinerie e piccoli rancori, di speranze frustrate e delusioni, ma anche di misteri, due che restano aperti, se volgiamo, ma sono ingenti e destano sospetto.
Un romanzo un po’ diverso dal solito, breve, fluente, volutamente – ma simpaticamente – arzigogolato, a botte di flashback e di parentesi aperte, che si affronta volentieri, intrattiene, offrendo però diversi spunti e piani di lettura.
A differenza di Stoner, tuttavia, non abbaglia. E’ carino, intelligente, sicuramente migliore della media dei romanzi in circolazione, specie in quanto ad originalità, con diverse trovate azzeccate e qualche passaggio profondo e interessante, ma non un capolavoro assoluto.

Però, da leggere. 

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