L’IMPERFETTA
MERAVIGLIA
di Andrea De Carlo
Che
è quella del gelato: sublime, ma destinato a sciogliersi e comunque
ad essere irripetibile, così come tutte le meraviglie, tali proprio
in quanto imperfette e non eterne...
Ma
che è pure quella delle relazioni umane, suppergiù per gli stessi
motivi.
Ho
già avuto modo di dirlo, la storia è quella classica di De Carlo,
con tutti i suoi pregi e colpi di scena, e quindi con un lui ed una
lei fatti per stare insieme, che si conoscono e si avvicinano, ma che
sono impegnati con altri (anzi, con altre, questa volta, già che
viene introdotto il tema dell’omosessualità femminile), e i cui
rispettivi mondi, ormai dati per scontati e alimentati da sicurezze
confortanti e consolidate, vanno progressivamente in crisi a causa
della reciproca frequentazione…
De
Carlo, quindi, novello agente del caos, ci offre un’analisi
sociologica realizzata ad arte, puntigliosa e precisa, come sempre
ben scritta, nel suo presente magnetico e cruciale, in cui
sentimenti, ruoli, e azioni vengono scomposti ed esaminati da una
doppia angolazione. E che, però, sono anche l’occasione per
affrontare, sia pur incidentalmente, problematiche dei nostri tempi:
dalla questione della procreazione (assistita e non) agli attentati
terroristici, passando per alcune questioni che da sempre sono care
all’autore e relative ai ruoli e agli atteggiamenti che, in
generale, assumono le persone, consciamente o inconsciamente, come
singoli o coppia o gruppo di individui, rinunciando, così, talvolta,
ad una parte di se stessi.
Grande
novità di questo volume, invece, è appunto il gelato, inteso
(giustamente) come espressione artistica. E qui ci vengono regalate
tanto discussioni vivaci e sistematiche sull’argomento, quanto
suggestive descrizioni che sono pura poesia e fanno venire
inevitabilmente l’acquolina in bocca.
I
protagonisti, Milena Migliari e Nick Cruickshank (come di consueto,
perennemente indicati con nome e cognome), sono realistici,
simpatici, coinvolgenti e appassionati. Anche i comprimari si
rivelano ben definiti, sia in positivo che in negativo, evitando,
laddove possibile, un vuoto manicheismo, ma incarnando altresì, in
qualche caso, spassose macchiette, che tra l’altro hanno il pregio
di alimentare alcune scene (una in particolare, verso il finale)
piuttosto divertenti, nonostante la ricercata esasperazione di fondo.
In
ultimo, segnalo la bellezza e la profondità delle pagine dedicate
alla composizione creativa, in assoluto tra le più emozionanti.
Nessun commento:
Posta un commento