DOMANI
NELLA BATTAGLIA PENSA A ME
di Javier Marìas
Come
con “Un cuore così bianco”, un titolo di derivazione
scespiriana, abbastanza criptico e polivalente, per una storia
dall’incipit fulminante e la prosecuzione leeeeeeeeentaaaaaa, tanto
da scoraggiare.
In
effetti, leggere questo libro è stata una fatica (ritmo: 80 pagine
in un anno), almeno fino a che, come per l’altro romanzo, il mio
stato d’animo si è allineato con quello dell’autore e ho
divorato la seconda metà in poche ore, ammaliata dalla trama, dalla
curiosità di carpirne i segreti, e dallo stile labirintico, afflitto
da periodi troppo lunghi, ma incantevole e dal frasario ineccepibile,
specie per quanto concerne le descrizioni degli stati d’animo e
degli “inciampi” mentali.
Tuttavia
“Un cuore così bianco” mi era piaciuto di più, sebbene qui le
divagazioni siano meno (più luuuunghe, però) e più pertinenti e il
tema di base, quello della morte e della vita e dei drammi insiti in
essa, sia assolutamente intrigante.
Di
norma odio quest’aggettivo, specie se usato impropriamente, come
nella fattispecie, a mo’ di sinonimo di affascinante, ma con una
punticina di pepe in più. Eppure, in questo caso… beh, diciamo che
ci sta.
Il
protagonista, Victor Francés, infatti, conosce appena Marta, la
donna, sposata e con un bimbo piccolo nell’altra stanza, che si
appresta a commettere adulterio con lui. Se non fosse che muore.
Così, giovane e bella, all’improvviso, non si sa di che o come,
semplicemente lo fa, e Victor non può che andarsene nella notte,
tentando invano di contattare il marito all’estero per lavoro…
Ma
poi cerca di insinuarsi in quel che rimane nell’esistenza della
mancata amante, in modo quasi ossessivo, portando a galla tensioni e
segreti e interrogandosi continuamente sui se i perché, tra un
flashback e un monologo infinito, regalandoci, peraltro, anche
qualche riflessione profonda, che solleverà in noi maremoti e onde
anomale.
Nel
complesso, quindi, un bel libro, sofisticato, peculiare, ma
impegnativo. Tanto. Salvo che si sia ben sintonizzati sul piano
emotivo, senza fretta e bramosi di lenire le ferite della propria
anima.
In
tal caso è quel che ci vuole.
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