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venerdì 15 maggio 2015

Due anime che si sfiorano


CARAVAGGIO
di Milo Manara
 
 
Niente male, davvero! Manara riesce finalmente a contenersi, a non eccedere e... Beh... Per i suoi parametri.

A parte gli atti espliciti – che alla fine risultano persino ripetitivi – , le parolacce sono troppe e pure gratuite, anche tenuto conto dell'ambiente sociale e dell'epoca. Di certo, però, rispetto ad altre sue opere storiche (come “Il Gioco”), in cui a darmi fastidio non è l'erotismo in sè, quanto la volgarità in cui troppo spesso degenera, specie a livello verbale, l'autore riesce a misurare la sua propensione per l'oscenità e a regalarci comunque una graphic novel, se non perfetta, senz'altro pregevole...

Il livello, per intenderci, è quello de “I Borgia” (testi di Jodorowski), che, come dicevo, non è niente male!

Come al solito (non che al riguardo ci fossero dubbi), i disegni sono meravigliosi, le fanciulle trasudano sensualità e malizia, i dettagli, i paesaggi, e persino la reinterpretazione dei quadri di Caravaggio (immaginavo si sarebbero utilizzate riproduzioni fotografiche, invece Manara ha optato per una soluzione più personale), sono stupendi.

La trama, pur non scevra da pecche, è scorrevole, piacevolmente strutturata, e permeata dall'amore per la pittura e per le donne, impreziosita da tocchi realistici e avventurosi. La storia, naturalmente, è romanzata, ma – per quelli che sono i miei ricordi scolastici e non – non ho ravvisato note stridenti, ed anzi ho apprezzato la ricostruzione della città, delle botteghe, della vita del Seicento, così come tanti elementi di contorno e il carattere focoso del protagonista...

In generale, prevalgono “le impronte alla Manara” e l'intrattenimento, ma non c'è solo questo, e il nostro artista, talvolta, pare quasi tracciare dei sottili parallelismi tra Caravaggio e se stesso. Non espliciti, e pertanto ancor più preziosi, quasi di due anime che si sfiorano.

E forse, al di là dell'argomento – che mi affascina da sempre – e della magnificenza estetica, è proprio questo l'elemento che ho preferito, e che trovo di una dolcezza e di una bellezza sconfinate.

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