LUCY
di Luc Besson
All'inizio
pare un thriller o un film drammatico, con questa povera studentessa,
non particolarmente sveglia (specie in merito alla scelta del
“fidanzato”), che, suo malgrado, finisce invischiata in una
storia più grande di lei, con delinquenti veri e senza scrupoli,
omicidi e droga... Poi il registro cambia, diviene più frenetico, e
si mescola alla fantascienza, all'azione (con qualche sequenza
davvero adrenalinica), ma anche a riflessioni profonde – per quanto
implicite – sull'escatologia e la scienza, sul potere e sull'animo
umano, e sul tempo, persino, che alla fin fine è l'unica unità di
misura davvero importante... E la povera studentessa diventa
un'eroina, evolve, matura, e non è neppure così tonta e
superficiale come sembrava all'inizio... Magari alcune sue scelte ci
urtano un po' (troppo poco il rispetto per l'altro, anche quando è
solo una comparsa), però, in ultimo, ci piace come diventa, ne
apprezziamo la morale (quando emerge), ci commuove la chiamata alla
madre, e la storia ci affascina...
Scarlett
Johansson, con la sua bovina incapacità di esprimere emozioni e
l'annessa semi-paralisi facciale, è perfetta per la parte e, per una
volta, anziché sottrarre, riesce ad aggiungere qualcosa al
personaggio che interpreta, sia come vacchetta scervellata, sia come
spietata macchina da guerra dai sentimenti forti, ma controllati!
Preziosi,
poi, e utili per decifrare da subito la piega che prenderà la trama,
gli inserti con le spiegazioni accademiche di Morgan Freeman, il
quale, in un certo senso, rappresenta lo studioso, ma anche l'umano,
dinnanzi a quello che umano non è più... intelligente, acuto, ma
anche ricco di autentica empatia e calore umano, appunto.
Sì,
il film mi è piaciuto, pur non essendo da dieci e lode: ne apprezzo
la costruzione frammentaria ma organica, il mix di generi e di
intenti, la trama e le tematiche sottese.
Senza
dubbio, risuona di molti echi bessoniani (da “Il quinto elemento”
a “Leon”), anche per la caratterizzazione e il percorso di
maturazione della protagonista, ma al contempo ci regala qualcosa di
nuovo, di intenso, di pluristratificato, che non si esaurisce in una
sola visione, ma che scatena concatenazioni di pensieri, di
elaborazioni, di significati...
Una
lieta sorpresa.
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