LA
BALLATA DI ADAM HENRY
di Ian McEwan
Al
Giudice dell'Alta Corte Britannica Fiona Maye, sessantenne in crisi
matrimoniale, si pone un dubbio cruciale: costringere o no il dotato,
vitale e quasi maggiorenne Adam Henry a sottoporsi a trasfusioni di
sangue e quindi a sopravvivere? Perché si dà il caso che lui sia
contrario e così i genitori e la sua comunità di appartenenza.
Perché
sono Testimoni di Geova.
E
al di là del fatto che tutti amino Adam Henry e che lui ami essere
vivo, le trasfusioni sono considerate un vituperio e una violazione
della legge divina.
Ebbene,
ciò nonostante, all'inizio, la risposta mi è parsa scontata. Ma
poi... Poi ho vacillato.
Perché
al di là del credo religioso, condivisibile o meno col suo rigido
dogmatismo, il vero interrogativo è: che cosa si deve privilegiare?
La vita come valore assoluto o la capacità di autodeterminazione
dell'individuo?
Con
tutto che poi ad esso si aggiunge un ulteriore quesito: può esserci
davvero autodeterminazione nel contesto di una setta? Non è che il
giovane, suo malgrado, è stato condizionato, per quanto sembri
lucido, maturo, intelligente e sicuro di sè?
Il
romanzo non si riduce a questo pur stimolante e attuale problema
etico: indaga sulle conseguenze che la decisione innesca e sul loro
deflagrare e, soprattutto, sul rapporto, delicato e in precario
equilibrio, che si instaura tra Adam e Fiona, fatto di sottintesi,
sguardi e parole non dette.
Sul
modo in cui i due si arricchiscono l'un l'altra, aprendosi
vicendevolmente nuove prospettive.
In
un contesto Fionacentrico, pervaso da dubbi, casi giudiziari e dubbi
morali.
Fino
a che...
Ian McEwan, ritratto dal nostro disegnatore
La
trama è bella, appassionante, la prosa leggera, scorrevole, benché
minuziosa e acuta, capace di indurre il lettore a soppesare
implicazioni e problematiche, ma anche di penetrare la psicologia dei
personaggi con profondità (inclusa la freschezza adolescenziale di
Adam), senza che nessuna azione o reazione, per quanto naturale,
possa essere mai data per scontata.
Perché
i protagonisti, come persone vere, sanno sorprendersi e sorprendere
anche noi, non potendo prevedere sino all'ultimo come agiranno,
benché sotto certi profili sia ovvio.
Un
romanzo garbato, intenso.
Da
leggere.
P.S.
Grazie
a Minicla che me lo ha regalato e al suo prode consorte che l'ha
suggerito. Ho impiegato un po' per decidermi di iniziarlo, ma l'ho
letto in un pomeriggio!
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