CINQUE
QUARTI D'ARANCIA
di Joanne Harris
Il
romanzo più bello, più completo (perché letto questo gli altri
sembrano sue derivazioni, frammenti, schegge irrisolte), più
articolato, evocativo, caldo e intenso di Joanne Harris!
In
cui, come in Chocolat, assaggiamo la sensualità dei sapori e degli
aromi, ma ove le relazioni umane sono più complicate, meno lineari,
appesantite da segreti, sedimenti, e da ricordi sepolti nel passato,
che tuttavia non hanno cessato di mordere.
Drammi
familiari intrecciati a drammi storici, la magia dell'infanzia e le
solitudini dell'età adulta... Sentimenti forti, situazioni che lo
sono ancora di più, e che in qualche modo hanno bisogno di essere
affrontate, sia pure a distanza di così tanto tempo.
Ma
che cosa è successo, dunque?
Ce
lo racconta la protagonista, la sessantenne Framboise, che adesso,
mentre si affaccia alla vecchiaia, torna nella casa dove è
cresciuta, rimembrando quel tragico fatto che ha cambiato tutto –
determinando le pieghe del futuro – e rielaborandolo a sua volta...
Il
contesto è drammatico, quello della guerra e quello familiare,
composto da Framboise bambina, dai fratelli di poco maggiori, Cassis
e la bella Reinette, e dalla madre, costretta a crescerli da sola e
afflitta da tremende emicranie, percepita dai figli come una nemica,
una tiranna, a causa della sua severità... Per cui si procede per
gradi, scoprendo le carte a poco a poco, ma senza pesantezze, senza
lungaggini, in modo, semplicemente, che nulla ci sfugga.
Ci
godiamo ogni parola, e la prosa dolce e corposa della Harris pare
avvolgerci in un coacervo di odori, sensazioni, ricordi per
poi esplodere nel climax finale e nelle mille piccole rivelazioni che
ci accompagnano sin lì.
Uno
degli elementi più interessanti è proprio l'approfondimento delle
dinamiche familiari, che corre su un doppio binario, proiettato sul
presente e sul passato, i quali si rivelano l'uno il contraltare
dell'altro, completandosi a vicenda. E poi, sì, passato e futuro
interdipendenti e allacciati, e innocenza
e colpa crudelmente mescolate, ree di scottare ancora, a distanza di
decenni, ustionando noi, mentre ci rendiamo conto, e facendoci
portare le mani alle labbra per l'orrore.
E
se il titolo ci pare bellissimo – come è – aspettiamo di
conoscerne il significato...
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