IL
LIBRO DEI SIMBOLI
Ed. Taschen
Uno
di quei libri che quando incontri ti fulminano per la loro
curatissima estetica: copertina rigida, opportunamente spessa, un
miliardo di illustrazioni a colori, ricercate e non di repertorio,
comodissimi segnalibri in stoffa, e una “gestione delle pagine”
pratica e intelligente...
Io
sono una discreta consumatrice di dizionari e opere sui simboli, ma
devo dire che anche in quanto a contenuti questo volume è davvero
peculiare: attentissimo alle suggestioni artistiche, non ha interesse
a procedere secondo canoni divulgativi, invece mira ad incantarti,
quasi avesse lo scopo di aiutarti a trovare il “tuo” simbolo,
piuttosto che limitarsi ad erudirti su quelli già esistenti.
Non
ti scarica addosso degli input, invece ti guida attraverso fantasie
pittoriche e poetiche, facendoti immergere a poco a poco nella
dimensione complessa e ambivalente di ciascun archetipo, aiutandoti
a coglierne aspetti positivi come negativi, il tutto con estrema
placidità e dolcezza.
Alcuni
passaggi sono effettivamente pura, serena bellezza, e le stesse
immagini, non sono corollario, ma vero e proprio completamento di
ogni definizione, i cui confini sono tra l'altro amplissimi.
In
quanto alla suddivisione strutturale è un po' bizzarra: niente
ordine alfabetico, ma una sorta di fluido percorso per argomenti, che
affronta i vari argomenti procedendo per corrispondenze, assonanze,
echi e incanti...
Le
singole voci (alcune piuttosto insolite, altre classiche) sono di per
sé abbastanza esaurienti, anche se non sempre, ad esempio, si
peritano di spiegare i miti di riferimento in modo dettagliato,
assumendo, io credo, di rivolgersi a persone già esperte. Di fatto,
tuttavia, l'opera è fruibile anche dal profano, soprattutto perché
i suoi intenti, ribadisco, non sono non immediatamente riconducibili
all'informazione, ma più improntati ad un vasto discorso di
approfondimento e incanto.
C'è,
questo sì, qualche mancanza (ad esempio, viene ignorata la croce,
che, tra l'altro, è uno dei simboli più rappresentativi e
complessi), per contro, però, si fa molta attenzione a riferimenti
a campi quali psicologia, filosofia, etimologia... Quindi può
capitare, facendo un confronto con opere simili, che non si trovi un
concetto “tradizionale”, ma che si scopra un'infinità di nozioni
nuove.
In
quattro parole: originale, sui generis, stupendo.
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