CAPTAIN
AMERICA: CIVIL WAR
di Anthony e Joe Russo
(2016)
Mmm...
Insomma.
Ho
preferito il fumetto, che c'entra poco e già non era granché.
Ho
preferito “Batman Vs Superman”, che pure mi ha distrutta con
quella scena ridicola di Martha...
Ho
preferito persino il filmaccio romantico con Kate Hudson che MPM mi
ha costretta a vedere ieri, attingendo ad un bouquet di filmacci
romantici (penso siamo l'unica coppia in cui è lui che insiste per
vedere “Sex and the City 2”, laddove io voto per fingere che non
esista).
Okay,
non è tutto da buttare: Ant-Man e Spider-Man – in versione
similminorenne – sono carini (ma soprattutto Ant-Man, nonostante
Paul Rudd). C'è qualche battuta simpatica (di Ant-Man e di
Spider-Man, più che altro) e i combattimenti sono abbastanza
godibili (specie quelli di gruppo), anche se ogni tanto si nota la
computer graphics (beh, MPM la nota, io non ci faccio caso)... ma
poi?
Il
problema maggiore è dato dalla trama: pretestuosa, inutile, stupida.
Sembra che i protagonisti si sforzino per trovare una scusa per
darsele... ma senza reali motivazioni. La stessa faccenda delle
registrazioni è un po' buttata lì, l'impianto drammatico non regge,
il pathos e l'approfondimento psicologico sono nulli, se non
incoerenti, sia se prendiamo in esame la storia nel suo complesso,
sia in rapporto a tante singole scene (Falcon deve scusarsi perché,
essendosi scansato, Visione ha colpito War Machine? Che senso ha???).
Insomma,
sto film è un'accozzaglia di azione, effetti speciali, battutine –
di per sé anche gradevoli – che però non portano da nessuna parte
e, soprattutto, non sono sorrette dalla psicologia dei personaggi,
che, anzi, sembrano una banda di schizofrenici impulsivi e psicotici
che agiscono spinti da esigenze centrifughe scaturite dal nulla.
Per
apprezzare le caratteristiche apprezzabili della pellicola e arrivare
in fondo, quindi, bisogna sforzarsi di digerire tanta
inverosimiglianza e non è facile, perché urta. Urta essere presi
per cerebrolesi che non meritano neanche una sceneggiatura valida.
Urta essere considerati alla stregua di imbecilli da imbonire. Il
riassunto infatti potrebbe essere: si fa un po' di casino. Si fa più
casino. Si fa altro casino. Fine. W la confusione.
Niente
emozioni, niente tensione emotiva, il piano narrativo si mantiene
sulla superficialità assoluta, suscitando al massimo qualche oh! Di
stupore e un paio di sbadigli.
In
sostanza non importa neanche che cosa succede o perché, basta che
accada (opportunamente condito da effetti speciali e battutine) ma
non ha senso.
Allora
tanto vale girare degli spot pubblicitari...
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