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sabato 9 agosto 2014

Il rapporto fra creatore e creatura


9
di Shane Acker

(2009)
 
 
Ci troviamo in un futuro post-apocalittico in stile Terminator 2, con le macchine che si sono ribellate e hanno sterminato il genere umano. Niente sopravvissuti, quindi, solo morte, ingranaggi e desolazione. Anche se... Delle creature senzienti ci sono. Nove, per l'esattezza, che conosciamo una per una a partire dall'ultima, contrassegnata, appunto, dal numero 9, appena risvegliatasi in un misterioso laboratorio, quello in cui ha preso vita.

Le creature sono piccole e hanno le sembianze di graziosi pupazzetti di iuta (ci ricordano vagamente le bambole voodoo), molto espressive, ognuna identificata con un numero e dotata di connotati specifici, immediatamente identificabili: 2, il vecchio saggio; 7, la bellona in gamba; 1, il prepotente esaltato retrogrado (mentre 9 è il più umano e imbranato)... Ma al contempo sfaccettati e pieni di sorprese.

Chi sono? Perché sono stati creati? E' bello scoprirlo e dipanare il mistero della loro nascita, comprendere che in un certo qual modo, per quanto diverse, ciascuna racchiude una parte delle altre, capire perché l'umanità si è estinta...

E si alternano azione e fascinazione, stupefazione e sentimento, con qualche pausa contemplativa in mezzo, che rallenta un po' il ritmo, ma senza inficiarlo, e comunque riscattata dalla magnifica visionarietà dell'insieme.

I pupazzetti, a differenza delle macchine, sono fortemente sententi e noi li amiamo (o li odiamo) in modo struggente, temendo per ognuno di loro: la loro esistenza è infatti contraddistinta dalla paura: le malvagie macchine superstiti vogliono distruggerli, ma...

Le premesse possono non sembrare originalissime, ma il film lo è, sebbene si perda un poco nel finale. L'atmosfera è stupenda, benché cupa e costellata di amarezza, tristezza e dolore, ma ci sono anche profondi momenti di dolcezza, di commozione, di emozioni forti, che a stento riusciamo a dominare.

Un cartone animato intenso, che non è solo per bambini (del resto, in mezzo, c'è lo zampino di Tim Burton), e che indaga con particolare sensibilità il rapporto fra creatore e creatura, centellinando con grazia ed efficacia la scoperta dei misteri, senza dimenticare buone dosi di avventura e dinamismo, e con una superba caratterizzazione grafica.

Da non perdere!

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