OTEL
BRUNI
di Valerio Massimo Manfredi
Manfredi
non mi piace. I suoi romanzi storici (quelli ambientati
nell'Antichità Classica, di cui ho letto giusto “Lo scudo di
Talos”, “Alexandros” o poco più) mi sono sempre parsi
noiosetti, tipo compiti in classe mal strutturati, sterili, e pure
pedanti e paternalistici. Insomma, non ero molto convinta di questo
“Otel Bruni”, benché ne sentissi parlare con entusiasmo, anche
da parte di gente del cui giudizio normalmente mi fido.
Eppure
è stata una sorpresa.
Una
bella.
Questo
romanzo, diverso, per quanto ne so, dalla precedente produzione di
Manfredi, offre un meraviglioso spaccato della vita contadina, dura
e semplice, ma solida e concreta, e della famiglia Bruni, di cui ci
narra le traversie, l'anima dolente, ma forte, e tanti personaggi dal
sapore genuino (papà Callisto, mamma Clerice e la loro abbondante
prole: due femmine e sette maschi, pur non riservando a tutti la
stessa importanza). Un romanzo corale, dunque, che copre entrambe le
Guerre Mondiali (con le loro tremende e sfaccettate implicazioni),
affrontandole sotto profili inediti, straordinariamente umani e pieni
di vigore, con brevità e profondità.
Lo
stile dell'autore non mi fa impazzire, apparendomi a tratti un po'
troppo manierato, un po' rigido, ma ci sono anche bei passaggi
vibranti, molta intensità, e comunque ci si affeziona a questa
famiglia, i Bruni, e a questo Otel senza l'acca, che in realtà è
una stalla in cui si raccontano storie e ci si fa coraggio e
compagnia.
Nel
romanzo si scava nella memoria, antica e atavica, che ci pare
manifestarsi sotto i nostri occhi, si lotta contro la povertà, si
affronta la vita, si è solidali gli uni con gli altri, e, per quanto
si può, si resta uniti, senza arrendersi e continuando a stringere i
denti.
Non
posso dire sia un capolavoro, non mi ha rapito il cuore o la mente,
però sì, l'ho letto volentieri e l'ho apprezzato, anche nella sua
ricostruzione storica che procede a pennellate veloci alternate a
parentesi umane, dando spazio ai valori di un tempo, efficacemente
resi, agli afflati superstiziosi e agli echi magici.
E
comunque ci sono tanti dettagli rapidi e peculiari che mi hanno
colpita e che conferiscono vividezza al quadro d'insieme, e che,
quindi, si inducono a perdonare i piccoli nei. Senza contare che si
legge in un attimo.
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