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lunedì 18 agosto 2014

La trama regge ancora


V - VISITORS
(1983-1985)

Alludo alla serie Tv degli anni '80 (in realtà un TV movie, una mini serie e una serie televisiva) trasmessa su Canale 5, non al recente remake in due stagioni proditoriamente tagliato sul più bello.
Che diamine, cominciavo a tremare (in egual misura di piacere e di paura) sin dalla sigla, con quella musica in stile cuore che batte e la V rossa su sfondo nero, mentre mi faceva impressione (mandandomi in solluchero) assistere agli spuntini alieni a base di topini bianchi ingoiati vivi o alla pelle verde che rivelavano i Visitors in conseguenza di un graffietto!
Ho apprezzato l'aggiornamento del 2009, ma sono i vecchi personaggi e la vecchia trama, gustati quando ero piccula ed innocente, la mia vera passione!
Perché se la serie nuova è stata genialmente attualizzata con la paura del terrorismo a fare da sfondo, sostituendo così gli efficacissimi echi nazistoidi dei Visitors anni 80, restano comunque quelli a suggestionarmi davvero, a crearmi ansia e disagio, ed è solo lì che riesco ad interessarmi sul serio al destino dei malcapitati personaggi.
Poco importa che, a vederli ora, gli effetti speciali siano risibili (all'epoca, però – ero alle Elementari – mi provocavano autentiche urla, benché fossi assai meno fifona di adesso – una per tutte la lingua biforcuta della neonata Elizabeth, che per giorni mi era rimasta scolpita nelle pupille, e a seguire il parto – ora abbastanza ridicolo – del suo gemello verde e bitorzoluto, precocemente morto).
La trama, peraltro, regge ancora: ho rivisto le prime puntate (le migliori, più feroci e meno dispersive) una decina di anni fa, e le ho trovate ancora bellissime! La paura viene centellinata ad arte, secondo i ritmi televisivi, dosando al contempo la mole di brutalità e di orrore che lo spettatore medio può tollerare facendosi coinvolgere senza impazzire. Dandoci il tempo di affezionarci ai personaggi, prima di ammazzarli, ma tenendo in vita i più carismatici, offrendoci tante angolazioni e tante prospettive diverse, senza mostrare necessariamente tutto, ma lasciandoci immaginare molto.
Le puntate più belle sono proprio le prime (il TV movie, credo), in cui l'orrore arriva in sordina, la propaganda induce in inganno, il sospetto si fa strada in un crescendo di rivelazioni shockanti e gli scienziati vengono perseguitati (sono potenzialmente pericolosi, perché potrebbero scoprire che gli alieni pacifici appena atterrati, i visitatori, appunto, identici agli umani e portatori di tecnologia superiore e di un messaggio di pace, sono in realtà dei lucertoloni travestiti e assetati di carne... la nostra!). Il bello è che spesso i più crudeli sono proprio gli uomini, che colgono l'occasione per arruolarsi tra visitatori e schiacciare e sopraffare i propri simili. Per poi finir traditi. E magari mangiati o surgelati (sic!).
E' proprio in questa prima fase che si celano gli echi nazisti, perché i Visitors li evocano in tutto: dagli schieramenti armati ai metodi di rastrellamento, dalla seduzione che operano inizialmente sulle masse alle lusinghe. Del resto, ai tempi, si trattava del periodo più fresco tra quelli bui dell'umanità, e il parallelo risultava abbastanza fosco e immediato.
A poco a poco, però, gli umani capiscono l'antifona, cominciano a combattere e si organizzano nella Resistenza. Non senza perdite dolorose, tensioni, adrenalina, e stratagemmi.
Tuttavia, purtroppo, nel prosieguo, i toni si fanno più blandi e ci si perde un po' nel melodramma, nelle parentesi rosa, negli intrighi di palazzo (leggi astronave), anche se arrivano alcuni personaggi interessanti, come la Elizabeth adulta (Jennifer Cooke), figlia di un'umana (la stupida bamboccia Robin – Blair Tefkin) e di un Visitor, e dotata di poteri psichici e crescita accelerata.
Oltre a lei, ricordo soprattutto Mike Donovan (Marc Singer) e Juliet Parrish (Faye Grant), i principali protagonisti buoni, mentre a fare la parte del leone, tra i cattivi, svettava la perfida e fascinosa Diana (Jane Badler), che odiavo con tutta me stessa. E poi c'era Willie (niente meno che Robert Englud, ancora privo di artiglioni e faccia ustionata), timido e dolce, il Visitor buono, sebbene uno dei miei preferiti fosse l'umano Ham (Michael Ironside), ex delinquente che sapeva il fatto suo.
Però erano parecchi i personaggi ben caratterizzati che ti conquistavano pur durando pochi episodi, e per cui ti dispiacevi e soffrivi (la vecchia Ruby...).
In conclusione, per me questa serie, pur con tutti i suoi limiti e cali di tensione, resta immortale, e sinceramente non mi dispiacerebbe rivederla ancora una volta, da capo, per quanto rammenti molte scene a memoria...

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