V
- VISITORS
(1983-1985)
Alludo
alla serie Tv degli anni '80 (in realtà un TV movie, una mini serie
e una serie televisiva) trasmessa su Canale 5, non al recente remake
in due stagioni proditoriamente tagliato sul più bello.
Che
diamine, cominciavo a tremare (in egual misura di piacere e di paura)
sin dalla sigla, con quella musica in stile cuore che batte e la V
rossa su sfondo nero, mentre mi faceva impressione (mandandomi in
solluchero) assistere agli spuntini alieni a base di topini bianchi
ingoiati vivi o alla pelle verde che rivelavano i Visitors in
conseguenza di un graffietto!
Ho
apprezzato l'aggiornamento del 2009, ma sono i vecchi personaggi e
la vecchia trama, gustati quando ero piccula ed innocente, la mia
vera passione!
Perché
se la serie nuova è stata genialmente attualizzata con la paura del
terrorismo a fare da sfondo, sostituendo così gli efficacissimi echi
nazistoidi dei Visitors anni 80, restano comunque quelli a
suggestionarmi davvero, a crearmi ansia e disagio, ed è solo lì che
riesco ad interessarmi sul serio al destino dei malcapitati
personaggi.
Poco
importa che, a vederli ora, gli effetti speciali siano risibili
(all'epoca, però – ero alle Elementari – mi provocavano
autentiche urla, benché fossi assai meno fifona di adesso – una
per tutte la lingua biforcuta della neonata Elizabeth, che per giorni
mi era rimasta scolpita nelle pupille, e a seguire il parto – ora
abbastanza ridicolo – del suo gemello verde e bitorzoluto,
precocemente morto).
La
trama, peraltro, regge ancora: ho rivisto le prime puntate (le
migliori, più feroci e meno dispersive) una decina di anni fa, e le
ho trovate ancora bellissime! La paura viene centellinata ad arte,
secondo i ritmi televisivi, dosando al contempo la mole di brutalità
e di orrore che lo spettatore medio può tollerare facendosi
coinvolgere senza impazzire. Dandoci il tempo di affezionarci ai
personaggi, prima di ammazzarli, ma tenendo in vita i più
carismatici, offrendoci tante angolazioni e tante prospettive
diverse, senza mostrare necessariamente tutto, ma lasciandoci
immaginare molto.
Le
puntate più belle sono proprio le prime (il TV movie, credo), in cui
l'orrore arriva in sordina, la propaganda induce in inganno, il
sospetto si fa strada in un crescendo di rivelazioni shockanti e gli
scienziati vengono perseguitati (sono potenzialmente pericolosi,
perché potrebbero scoprire che gli alieni pacifici appena atterrati,
i visitatori, appunto, identici agli umani e portatori di tecnologia
superiore e di un messaggio di pace, sono in realtà dei lucertoloni
travestiti e assetati di carne... la nostra!). Il bello è che spesso
i più crudeli sono proprio gli uomini, che colgono l'occasione per
arruolarsi tra visitatori e schiacciare e sopraffare i propri simili.
Per poi finir traditi. E magari mangiati o surgelati (sic!).
E'
proprio in questa prima fase che si celano gli echi nazisti, perché
i Visitors li evocano in tutto: dagli schieramenti armati ai metodi
di rastrellamento, dalla seduzione che operano inizialmente sulle
masse alle lusinghe. Del resto, ai tempi, si trattava del periodo più
fresco tra quelli bui dell'umanità, e il parallelo risultava
abbastanza fosco e immediato.
A
poco a poco, però, gli umani capiscono l'antifona, cominciano a
combattere e si organizzano nella Resistenza. Non senza perdite
dolorose, tensioni, adrenalina, e stratagemmi.
Tuttavia,
purtroppo, nel prosieguo, i toni si fanno più blandi e ci si perde
un po' nel melodramma, nelle parentesi rosa, negli intrighi di
palazzo (leggi astronave), anche se arrivano alcuni personaggi
interessanti, come la Elizabeth adulta (Jennifer Cooke), figlia di
un'umana (la stupida bamboccia Robin – Blair Tefkin) e di un
Visitor, e dotata di poteri psichici e crescita accelerata.
Oltre
a lei, ricordo soprattutto Mike Donovan (Marc Singer) e Juliet
Parrish (Faye Grant), i principali protagonisti buoni, mentre a fare
la parte del leone, tra i cattivi, svettava la perfida e fascinosa
Diana (Jane Badler), che odiavo con tutta me stessa. E poi c'era
Willie (niente meno che Robert Englud, ancora privo di artiglioni e
faccia ustionata), timido e dolce, il Visitor buono, sebbene uno dei
miei preferiti fosse l'umano Ham (Michael Ironside), ex delinquente
che sapeva il fatto suo.
Però
erano parecchi i personaggi ben caratterizzati che ti conquistavano
pur durando pochi episodi, e per cui ti dispiacevi e soffrivi (la
vecchia Ruby...).
In
conclusione, per me questa serie, pur con tutti i suoi limiti e cali
di tensione, resta immortale, e sinceramente non mi dispiacerebbe
rivederla ancora una volta, da capo, per quanto rammenti molte scene
a memoria...
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