LE
VERGINI SUICIDE
di Jeffrey Eugenides
Sono
le cinque ragazze di casa Lisbon: adolescenti bionde e bellissime (un
po' per davvero, un po' per l'aura leggendaria che si è creata
attorno a loro) che nel giro di un anno, una per una, si tolgono la
vita.
Come?
Perché? Le ipotesi si sprecano, e a farle sono i nostri narratori: i
ragazzi che abitano nei paraggi, che le osservano a scuola, che ne
sono ammaliati, che si consumano per loro, e che, a distanza di
vent'anni, ricordano la vicenda, aggiungendo particolari e scavando
nel malessere...
Un
romanzo interessante, forte, denso di sofferenza e di poesia, in cui
i dubbi si sommano ai dubbi, si accumulano alle descrizioni minuziose
e ai dettagli (e non importa se sono superflui o incompiuti, perché
noi soppesiamo tutto e tutto contribuisce a creare atmosfera), in cui
veniamo come sospesi e incatenati ad un'indagine che si frantuma,
indefinita, opprimente, senza contorni, in cui vaghiamo nel ricordo
in cerca di risposte, che assumono i contorni di altre domande e
sfumature d'incanto... Una scelta, tuttavia, che non delude, che non
dispiace, perché risulta più profonda e più vera, più universale.
Lo
stile è perfetto, il punto di vista inedito, riesce a risultare
sensuale senza rivelare nulla, a comunicarci il potere seduttivo di
quelle fanciulle innocenti, ma anche la loro assoluta tristezza e
solitudine, l'inquietudine che le sconvolge, congelando, ad esempio,
in un'unica frase (che non esplicito) il fardello di essere una
ragazzina di tredici anni, fardello che gli adulti, normalmente,
tendono a disconoscere.
Ed
è interessante assistere a come realtà e mito si alternano. Perché
a volte le sorelle Lisbon ci paiono figure lontane ed evanescenti,
una replica in cinque età le cui caratteristiche vengono esasperate
dalle voci che circolano su di loro, ma che non valgono ad
individuarle, altre ci colpiscono nella loro peculiarità
(soprattutto Lux), così vivide e tragiche, ma in modo diverso.
Un
bel libro. Delicato, ambiguo, insolito. Doloroso. Che affonda il
coltello nella quotidianità con vocaboli vibranti di magnificenza.
Ma
che richiede un animo quieto e disposto all'ascolto.
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