UNA
PRINCIPESSA PER DUE RE
di Philippa Gregory
E
con questo romanzo arriviamo al quinto volume dedicato alla “Guerra
dei Cugini”, quella delle Due Rose, Lancaster e York... Si potrebbe
pensare sia l'ultimo, visto che quasi ci congiungiamo con “Caterina,
la prima moglie”, ma è prevista la pubblicazione di un sesto
libro, “The King's Curse”, ancora inedito in Italia...
In
“Una Principessa per due Re”, peraltro, approfondiamo la
conoscenza di Elizabeth, la bellissima primogenita di Elisabetta
Woodville, che dopo aver perso il padre e l'amore della sua vita (lo
zio Riccardo), è costretta a sposare Enrico Tudor, lo scialbo
rampollo di quella racchia bigotta di Margareth Beaufort, che, guarda
caso, ha pure ucciso barbaramente il suo diletto...
Elizabeth,
da nobile dama, futura Regina e ragazza di buon cuore quale è, si
sforza comunque di amare lo sposo toccatole in sorte, ma a noi è
proprio impossibile affezionarci all'insulso Enrico VII, corroso
dall'insicurezza e dall'ambizione, traboccante di rancore, privo di
nobiltà e grandezza.
Ci
sono alcuni passi davvero difficili da digerire, a base di stupri e
umiliazioni, vorremmo essere lì e fare il Re a pezzi, mettendolo di
fronte alla sua miseria umana e morale... Nessuna sorpresa che
l'orribile Tudor non sia amato nemmeno dal suo popolo, che non fa che
congiurare contro di lui.
Odiamo
lui, dunque, e la sua devota madre, ma amiamo lei, Elizabeth, dolce e
radiosa, determinata e ingenua, non non priva di acume...
Tra
le tematiche più interessanti, le solite insidie del potere e il
peso della corona, ma altresì le difficoltà del legame
matrimoniale, i suoi alti e bassi, il rapporto madre/figlia e la
drammatica condizione della donna, sia pure di alto lignaggio e con
una posizione influente...
Vediamo,
poi, la nostra beniamina Elisabetta, ormai vedova, da un'angolazione
nuova, più vivace, più sfaccettata, e ripercorriamo ancora una
volta – e con un dolore ancora maggiore – il mistero della Torre,
romanzato ma plausibile, e il destino dello splendido e sventurato
Principe di York, che ci strazierà il cuore...
Storicamente
i Tudor non ne escono benissimo, ma non ci importa, perché abbiamo
imparato ad odiarli.
Non
tutti. Non Arturo, che, come suo fratello Enrico, è già se
stesso... Ma...
Beh,
il resto è storia...
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