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giovedì 9 aprile 2015

Ogni malvagità è relativa


LA GUARDIA DEI TOPI
di David Petersen
 
 
E siamo giunti al terzo volume, l'ultimo, con animo trepidante e un poco di malinconia... E forse, dei tre libri, questo è proprio quello che ho preferito, che più mi ha emozionata...

A colpire sono prima di tutto i disegni... Possono i topi essere carini? Eccome: dolci e morbidosi, con occhietti incantevoli e sguardi risoluti! Ma non facciamoci ingannare: i topi sanno essere feroci. In generale, si comportano con onore e coraggio e l'eroismo è all'ordine del giorno, ma quando è necessario i nostri sono spietati e combattivi. Della Guardia dei Topi, infatti, fanno parte solo i guerrieri più valorosi, che hanno il compito di proteggere il loro popolo, a prescindere da quanto sia grande il nemico...

Con tutto che, quando li vedi in azione, non sembrano più così piccoli questi topolini... Anzi, giganteggiano su tutti!

Ma rimaniamo ancora per un attimo sui disegni: sono stupendi, pittorici, ulteriormente impreziositi dalla colorazione perfetta, da un lettering accattivante e da un formato quadrato inusuale, ma d'effetto, con belle tavole grandi (più illustrazioni che vignette), ricche di dettagli, di spazi, di respiro... Il meglio, però, sono gli animali: uccelli, donnole, conigli, non solo topi (il gufo è indimenticabile): il tratto appare realistico e sognante ad un tempo, eppure umano, estremamente espressivo...

Poi c'è l'ambientazione: fiabesca, medievaleggiante, con i protagonisti che sembrano monaci guerrieri, dediti anche allo studio delle piante o alla scrittura, con il loro codice, le loro tradizioni, leggi e leggende, organizzati in città sotterranee e segrete, vestiti e armati di tutto punto... Ma ci sono anche dei risvolti oscuri, e presto, in questo microcosmo perfetto, aleggia l'ombra del tradimento...

Iniziamo con “Autunno 1152”, continuiamo con “La scure nera”, finiamo con “Inverno 1152”.

Sono cronache, quelle che leggiamo, con interessanti apparati esplicativi nelle ultime pagine... I personaggi ci piacciono, li ammiriamo e sovente, nonostante tutto, ci inducono alla tenerezza, ma priva di condiscendenza... Tuttavia non proviamo quell'empatia totale che dovrebbe consumarci: c'è una distanza fra loro e noi, forse dovuta al rigore delle loro regole. Eppure tre libri non ci bastano, e ne vogliamo ancora.

Invero, a livello narrativo c'è qualche breve momento di stasi, di eccessiva verbosità, ma passa in fretta, ed ogni attimo è riscattato dallo splendore grafico... E comunque quando arrivano le scene d'azione dimentichiamo ogni esitazione, e semplicemente “siamo”...

E apprezziamo il linguaggio, e il suo contenuto.

Perché, per quanto la natura sia bella, è anche crudele e la crudeltà è poliedrica e assume molte forme: insomma, i pericoli in agguato non mancano mai, dentro e fuori!

Ma il male – che ha sete di sangue – non è sempre nero, e a volte assomiglia più ad un punto di vista che ad una verità assoluta. E forse, in realtà, è questa la vera e profonda grandezza dell'opera.

La sua onestà di fondo.

Perché ci insegna che il mondo è spietato, ma che ogni malvagità è relativa.

E quindi, se pure abbiamo paura e sentiamo la morte perennemente aggirarsi nei cunicoli del nido, quasi quasi vorremmo essere anche noi dei topi, per sperare di essere ammessi nella Guardia!

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