RIPUDIATA
di Eliette Abécassis
Per
molti versi un romanzo interessante, per altri... la voglia è
soprattutto quella di imbracciare un bazooka!
Interessante
perché ci permette di scoprire la cultura ebraica dall'interno, non
solo con le sue abitudini di vita, ma anche in relazione al sistema
di credenze e di pensiero. E poi perché si parla di amore, ma non
con le solite melensaggini pseudo-romantiche... Piuttosto si discute
di un sentimento vero, difficile, ingombrante, di un fardello, quasi,
che ci impone scelte difficili...
Ma
veniamo al bazooka.
Il
bazooka è per l'ottusità di certi modi di pensare, per l'assurdità
della condizione della donna (e l'opera è ambientata ai giorni
nostri, mica nel Medioevo!), per il ridicolo di certi atteggiamenti e
certe accuse... E poi dicono degli arabi! Purtroppo non ci sono solo
loro, che diamine!
La
protagonista, infatti, Rachele, in dieci anni di unione coniugale non
è ancora riuscita a concepire... Non c'è riuscita perché lui (non
lei, tra l'altro) è sterile... La colpa, naturalmente, è di lei
(perché? Perché è così e basta), indi, in base alla legge
ebraica, il marito ha la facoltà di ripudiarla.
Lui
non vuole: nonostante il matrimonio fosse stato combinato, infatti,
ama sua moglie. Pazienza, si dirà. In fondo, è una facoltà, non un
obbligo... Solo che, lui è osservante e viste le reazioni della
società, ed in particolare dei tuoi parenti più prossimi, un
obbligo sostanzialmente lo diventa...
Misericordia!
Lo
stile è fluido, scorrevole, arriva dritto al punto, nonostante
qualche digressione, peraltro non spiacevole. A tratti è sensuale, a
tratti accorato e straziante, ma senza cercare il melodramma. Il
romanzo comunque è brevissimo, si legge in un lampo.
Ma
suscita un tale nervoso che se l'intento non fosse quello di
denunciare probabilmente l'avrei buttato in lavatrice e attivato la
centrifuga.
Naturalmente
questo non significa che non sia da leggere.
Significa
che lo è.
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