L'UOMO
CHE SCAMBIO' SUA MOGLIE CON UN CAPPELLO
di
Oliver Sacks
Mi
aspettavo buffi racconti surreali, invece ho avuto degli acuti saggi
neurologici... Veri. E mi sono piaciuti moltissimo!
In
principio si presentano come storie bizzarre, alcune non troppo
preoccupanti, persino divertenti, sotto un certo profilo, altre...
altre meno. Ma sono sempre affrontate in modo clinico e umano
insieme, con rigorismo scientifico, acribia e attenzione, ma anche
dolcezza, comprensione, e solidarietà.
In
alcuni punti viene quasi da commuoversi.
Per
giunta Sacks scrive bene, con semplicità screziata di purezza
poetica, e benché molti riferimenti medici mi sfuggano, posso
consolarmi con quelli letterari (in particolare al mio Borges) e
filosofici...
Oliver Sacks ritratto dal nostro vignettista
E
intanto ci vengono aperte le porte di un mondo nuovo, la neurologia,
che, prima, non distinguevo più di tanto dalla psichiatria.
Ciò
che mi ha colpito, in particolare, è come certe patologie possano
essere atroci e invalidanti, creando conseguenze più dannose di una
disabilità, anche sul piano emotivo, e di come, tuttavia, siano
misconosciute e ignorate, perché rare, e finiscano addirittura per
privare chi ne è affetto del sostegno del prossimo (si veda, ad
esempio, la disincarnata, la coraggiosa ventisettenne che ha perso la
propriocezione, ossia la capacità di riconoscere il proprio corpo
nello spazio)...
E
di come altre, invece, finiscano per arricchire la personalità del
soggetto, offrendogli, in qualche modo, una vita più ricca, più
intensa, tanto che alla fine il paziente si affeziona al suo disturbo
e rifiuta di essere curato (ad esempio Ray – per il week-end,
almeno – con la sindrome di Tourette).
Ma
la verità è che Sacks non si limita ad illustrarci casi
affascinanti e a discuterli con noi, conservando lo stupore dello
scienziato e la volontà di trovare una soluzione... Piuttosto ci
permette di conoscere delle persone, e a molte noi ci affezioniamo,
altre ci riempiono di luce. E ci dispiace salutarle, a fine capitolo,
perché vorremmo continuare a far loro compagnia.
Un
volume splendido e profondo, da evitare, però, se si è
ipocondriaci...
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