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lunedì 23 novembre 2015

Persone che ci fanno compagnia


L'UOMO CHE SCAMBIO' SUA MOGLIE CON UN CAPPELLO
di Oliver Sacks
 
 
Mi aspettavo buffi racconti surreali, invece ho avuto degli acuti saggi neurologici... Veri. E mi sono piaciuti moltissimo!

In principio si presentano come storie bizzarre, alcune non troppo preoccupanti, persino divertenti, sotto un certo profilo, altre... altre meno. Ma sono sempre affrontate in modo clinico e umano insieme, con rigorismo scientifico, acribia e attenzione, ma anche dolcezza, comprensione, e solidarietà.

In alcuni punti viene quasi da commuoversi.

Per giunta Sacks scrive bene, con semplicità screziata di purezza poetica, e benché molti riferimenti medici mi sfuggano, posso consolarmi con quelli letterari (in particolare al mio Borges) e filosofici...

Oliver Sacks ritratto dal nostro vignettista

E intanto ci vengono aperte le porte di un mondo nuovo, la neurologia, che, prima, non distinguevo più di tanto dalla psichiatria.

Ciò che mi ha colpito, in particolare, è come certe patologie possano essere atroci e invalidanti, creando conseguenze più dannose di una disabilità, anche sul piano emotivo, e di come, tuttavia, siano misconosciute e ignorate, perché rare, e finiscano addirittura per privare chi ne è affetto del sostegno del prossimo (si veda, ad esempio, la disincarnata, la coraggiosa ventisettenne che ha perso la propriocezione, ossia la capacità di riconoscere il proprio corpo nello spazio)...

E di come altre, invece, finiscano per arricchire la personalità del soggetto, offrendogli, in qualche modo, una vita più ricca, più intensa, tanto che alla fine il paziente si affeziona al suo disturbo e rifiuta di essere curato (ad esempio Ray – per il week-end, almeno – con la sindrome di Tourette).

Ma la verità è che Sacks non si limita ad illustrarci casi affascinanti e a discuterli con noi, conservando lo stupore dello scienziato e la volontà di trovare una soluzione... Piuttosto ci permette di conoscere delle persone, e a molte noi ci affezioniamo, altre ci riempiono di luce. E ci dispiace salutarle, a fine capitolo, perché vorremmo continuare a far loro compagnia.

Un volume splendido e profondo, da evitare, però, se si è ipocondriaci...

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