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lunedì 11 luglio 2016

Malato, malsano, disturbante

TUSK
di Kevin Smith
(2014)


Dio, che schifo!
No, sul serio: era da tanto che non stavo così male durante la visione di un film…
Okay, io sono abbastanza sensibile. Sono una di quelle che se vede i primi Fantozzi patisce anziché ridere (se vede gli ultimi, vuol dire che è legata ad una sedia con una pistola puntata alle tempie), però, Gesù, sta roba è tremenda! E l’horror è pure il mio genere d’elezione!
Non il torture porn, però.
Quello, in effetti, mi disgusta… E’ malato, malsano. Disturbante.
E qui direi che quasi ci siamo.
Una sorta di versione alternativa di “The Human Centipede”, solo che, anziché il Mad Doctor, abbiamo un serial killer che cerca di trasformare le vittime in tricheco.
Giuro!
E io non ce la faccio. Il protagonista sarà pure antipatico, arrogante e superficiale, ma io mi immedesimo a prescindere. E vederlo sbavare mi induce il vomito.
Anche i suoi occhi umani nel corpo deformato del tricheco, con le pieghe della pelle e le cuciture bene in mostra, mi fanno ribrezzo.
Per tacere della tortura psicologica… Della faccenda del pesce crudo, delle lezioni di nuoto con il serial killer, della consapevolezza annichilente dell’irreversibilità di quello che ti sta capitando…
C’è qualche dialogo interessante, si sente l’autorialità dietro la macchina da presa. Ma il livello di sadismo è troppo per me, la trama banale e prevedibile in ogni suo passaggio, le velleità umoristiche fastidiose, e la verbosità eccessiva (anche se le citazioni – da Tennyson a Coleridge, passando per “Alice nel Paese delle Meraviglie” e “Star Wars” – sono godibili), con eccessive volgarità che non divertono.
In definitiva, l’opera mi risulta prima piatta e pallosetta (a voler essere gentili), seppur con qualche tocco felice, poi insopportabile e mortificante (oltreché ancora noiosa).
Gesù, se ripenso agli occhi di Justin Long mi viene voglia di accecarlo (Jeepers Creepers docet).
E il bello che ho sempre annoverato Kevin Smith tra i miei registi preferiti…
Unico particolare gioioso, Guy La Pointe che interpreta Guy La Pointe. E che in realtà è Johnny Depp (sempre alle prese con lo stesso personaggio, che si chiami Cappellaio Matto, Tonto o Willy Wonka, qui meno riuscito del consueto).
A MPM il film è piaciuto.
Ma una volta, l’anno scorso, l’ho beccato a guardare “Il contadino cerca moglie” e non ha manifestato la dovuta vergogna.
Mu, curiosità: a parte che nel cast ci sono le figlie di Robert Rodriguez, e degli stessi Depp e Smith, questo è il primo capitolo di una trilogia.

Dubito che vedrò mai gli altri due.

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