TUSK
di Kevin Smith
(2014)
Dio,
che schifo!
No,
sul serio: era da tanto che non stavo così male durante la visione
di un film…
Okay,
io sono abbastanza sensibile. Sono una di quelle che se vede i primi
Fantozzi patisce anziché ridere (se vede gli ultimi, vuol dire che è
legata ad una sedia con una pistola puntata alle tempie), però,
Gesù, sta roba è tremenda! E l’horror è pure il mio genere
d’elezione!
Non
il torture porn, però.
Quello,
in effetti, mi disgusta… E’ malato, malsano. Disturbante.
E
qui direi che quasi ci siamo.
Una
sorta di versione alternativa di “The Human Centipede”, solo che,
anziché il Mad Doctor, abbiamo un serial killer che cerca di
trasformare le vittime in tricheco.
Giuro!
E
io non ce la faccio. Il protagonista sarà pure antipatico, arrogante
e superficiale, ma io mi immedesimo a prescindere. E vederlo sbavare
mi induce il vomito.
Anche
i suoi occhi umani nel corpo deformato del tricheco, con le pieghe
della pelle e le cuciture bene in mostra, mi fanno ribrezzo.
Per
tacere della tortura psicologica… Della faccenda del pesce crudo,
delle lezioni di nuoto con il serial killer, della consapevolezza
annichilente dell’irreversibilità di quello che ti sta capitando…
C’è
qualche dialogo interessante, si sente l’autorialità dietro la
macchina da presa. Ma il livello di sadismo è troppo per me, la
trama banale e prevedibile in ogni suo passaggio, le velleità
umoristiche fastidiose, e la verbosità eccessiva (anche se le
citazioni – da Tennyson a Coleridge, passando per “Alice nel
Paese delle Meraviglie” e “Star Wars” – sono godibili), con
eccessive volgarità che non divertono.
In
definitiva, l’opera mi risulta prima piatta e pallosetta (a voler
essere gentili), seppur con qualche tocco felice, poi insopportabile
e mortificante (oltreché ancora noiosa).
Gesù,
se ripenso agli occhi di Justin Long mi viene voglia di accecarlo
(Jeepers Creepers docet).
E
il bello che ho sempre annoverato Kevin Smith tra i miei registi
preferiti…
Unico
particolare gioioso, Guy La Pointe che interpreta Guy La Pointe. E
che in realtà è Johnny Depp (sempre alle prese con lo stesso
personaggio, che si chiami Cappellaio Matto, Tonto o Willy Wonka, qui
meno riuscito del consueto).
A
MPM il film è piaciuto.
Ma
una volta, l’anno scorso, l’ho beccato a guardare “Il contadino
cerca moglie” e non ha manifestato la dovuta vergogna.
Mu,
curiosità: a parte che nel cast ci sono le figlie di Robert
Rodriguez, e degli stessi Depp e Smith, questo è il primo capitolo
di una trilogia.
Dubito
che vedrò mai gli altri due.
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