CELL
di Stephen King
Questa
volta il mostro sono i cellulari: dando corpo ad una delle paure più
diffuse negli anni 2000, King ci regala un'opera in cui i telefonini,
attraverso un impulso elettrico, devastano il cervello degli utenti,
trasformandoli in una sorta di gusci vuoti, aggressivi, schizzati e
cattivi, per giunta in costante evoluzione e presto dotati di una
terrificante coscienza collettiva...
Tra
i romanzi pubblicati dal Maestro negli ultimi quindici anni, questo è
uno di quelli che ho preferito, specie nella sua prima metà.
L'inizio,
infatti, è magnificamente calibrato, spingendoci nell'orrore a poco
a poco, attraverso gli occhi del protagonista, Clay Riddell, che,
ovviamente, rifugge l'utilizzo dei cellulari e, quando la catastrofe
deflagra, si trova lontano da casa.
Deve
quindi tornarci nella speranza di ricongiungersi con moglie e
figlio... Come da canone, durante il viaggio affronterà di tutto,
stringendo però anche nuove importanti amicizie...
Il
romanzo è altamente drammatico, fatto di umanità e sentimenti,
descrizioni efficaci e acume psicologico, oltreché di uno scenario
sempre più apocalittico, estremamente interessante... Conta poco che
King abbia già sviscerato l'argomento in “L'ombra dello
scorpione”: i presupposti e gli sviluppi sono diversi, in quanto a
trama, personaggi e riferimenti (qui decisamente meno fiabeschi), e
soprattutto è differente il sentire, che, in questo caso, è privo
di lenimento e povero di speranza.
A
colpirmi è stata in special modo la dannata ricerca del figlio: un
ragazzino sveglio, sui dieci anni, che per certi versi mi faceva
pensare al Ragno, all'epoca suppergiù dodicenne. Diavolo, se avevo
sofferto!
Patisco
sempre nel corso di questo genere di avventure, mi prostrano, ma
questa in particolare, a dispetto del contesto fantascientifico,
suonava così disperata e realistica, specie sotto il profilo umano,
che la percepivo letteralmente urticarmi la pelle!
Per
tacere della questione dell'umanità impazzita e sostanzialmente
zombizzata...
Un
romanzo terrorizzante, che ti aggredisce su due fronti; sia in modo
diretto ed evidente, mentre leggi, sia in modo subdolo, persistente,
che ti striscia dentro ad altri livelli e come tale è ancora più
difficile da lasciarsi alle spalle, inquinandoti la coscienza.
Appassionante,
intelligente, orginale e rapidissimo, con qualche momento di
dolcezza.
Con
un finale un po' frettoloso, forse, ma che è azzeccatissimo e non
rovina nulla.
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