IL
TRONO DI SPADE VI
Per
quel che mi riguarda, la stagione più bella di tutte!!! Perché va
avanti, chiude un sacco di nodi, è rapida al massimo e accadono un
mucchio di cose pazzesche!!!
Come
lo scorso anno, dopo che si è svicolata dalla traccia narrativa dei
romanzi (che venero, ma cui preferisco una ventata di aria nuova),
non ho nemmeno resistito al ritmo del doppiaggio e mi sono gustata la
versione originale: i sottotitoli mi fanno ammattire, ma, davvero,
aspettare era inconcepibile!
E
dunque?
E
dunque ho provato l’intera gamma delle emozioni umane, condensate
ed esaltate in dieci straordinarie puntate, che non danno tregua, e ,
di tanto in tanto, fanno persino ridere (domani mi produrrò in una
carrellata dei momenti che, nel bene e nel male, mi sono rimasti più
impressi).
La
grande novità è che questa volta il copione non è scritto da
Martin, il quale ha solo fornito una sorta di canovaccio, ma dagli
autori televisivi…
E
si vede… Il sadismo c’è, però tocca solo fino ad un certo punto
i personaggi “storici”, ma soprattutto non si ha più la
sensazione di un destino cieco e beffardo che governa su tutto: si
intuisce un disegno, dietro agli eventi, e molti più equilibri di
quanti non ce ne siano stati finora. Quando si muore, ormai, non è
più per capriccio del caso, ma per una ragione. Un pregio?
Solo
a livello superficiale, solo dal punto di vista degli spettatori
massificati…
La
faccenda, infatti, risulta così – per la prima volta –
prevedibile, si intuisce dove si debba andare a parare e il realismo
ne risente…
Questo
non nuoce – per ora – alla bellezza dei personaggi, al pathos del
racconto, o all’epica… E ci sono alcune scene di una sfavillante
grandiosità… Ma se ora guardo a ritroso mi sembra di aver perso
qualcosa, se guardo al futuro, invece, mi sembra, almeno a grandi
linee, di poterlo intravedere, cosa che prima non mi era data.
E
allora, che ho da starnazzare che la VI stagione è la più bella?
Perché
sono emotiva, passionale e ancora scossa dai brividi, e perché resta
la verità che ho affermato all’inizio: dal punto di vista di
questa lettrice, meglio qualcosa di nuovo e diverso, senza
fondamenta, che la pedissequa trasposizione di quanto è già stato
vissuto, per giunta tanto di recente, per giunta senza che arrivasse
ad una conclusione…
Finalmente
la storia va avanti e conosciamo altri personaggi stupendi (come la
piccola, coraggiosa Lady Mormont), mentre altri, insopportabili, si
levano di mezzo! Altri ancora (come Arya, Tyrion o Daenerys)
diventano chi dovevano essere… Benché, certo, ci siano pure dei
voltafaccia schizofrenici (poco credibile che Sansa, da sottomessa
damigella piagnucolona, diventi, inseguito alle violenze e torture
inflittele da Ramsey Bolton, una sorta di furia vendicatrice…).
Perciò,
sì, questa è una stagione imperfetta, lontana, sotto molti versi,
dai canoni iniziali e da quella che è una delle caratteristiche più
pregnanti di questa saga (l’imprevedibilità e la casualità del
divenire)… ma così dolce mi è stato naufragar in questo mare, che
non ora non posso che inneggiare a Westeros, a Essos, e al Trono di
Spade!!!
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