STRANGER
THINGS
Presentata
come una serie a metà fra “Twin Peaks” e “I Goonies”, è
effettivamente una perfetta sintesi fra le due opere, per la quale mi
sento di strillare: al capolavoro! Al capolavoro!, per il semplice
fatto che, ehi, lo è!
Unico
rammarico: che siano soltanto otto episodi!
E
pensare che il trailer mi aveva fatto passare la voglia di vederli…
temevo fossero le solite menate con gli alieni, invece… Invece no,
c’è il Sottosopra!
Non
rivelo nulla della trama, dico solo che l’ambientazione,
l’atmosfera e i personaggi sono favolosi!
La
prima è smaccatamente anni 80, dalle musiche (stupende) alla
pellicola “da videocassetta”, ai riferimenti alla cultura pop (in
primis “Il Signore degli Anelli” ante Peter Jackson), e già per
questo ci sale la nostalgia e l’universo ci appare fatato e
migliore… I personaggi, invece, partono alla grande già dal primo
episodio, specie i ragazzini, opportunamente nerd. Più li
conosciamo più ci affezioniamo, desiderando di essere uno di loro,
perché, in fondo, forse, ai bei tempi lo siamo stati… Ben
caratterizzati, genuini, i cui rapporti sono in continuo fermento –
tra accuse, screzi e disaccordi – benché sia evidente il forte
legame di amicizia che li unisce.
E
a seguirli ci sembra di tornare all’infanzia, in un mondo nostro,
fatto di magia e Demogorgoni, in cui ci sentiamo restituire qualcosa
che un tempo ci apparteneva, con la differenza che qui, beh, il
Demogorgone arriva sul serio…
E
poi ci sono gli adolescenti, inizialmente irritanti (eccetto
Jonathan, che infatti è un escluso), problematici, confusi,
concentrati su se stessi, ma che presto sapranno riscattarsi, persino
quell’idiota di Steve (che non è così idiota, in fondo)! In
quanto agli adulti… gli adulti sono la realtà, con la sua stanca
banalità e con le sue delusioni e difficoltà, ma anche qui abbiamo
delle sorprese, ad esempio lo sceriffo: in principio pare il solito
rubastipendio, invece è in gamba e porta con sé antiche
lacerazioni…
Gli
interpreti sono strepitosi, specie Winona Ryder (Joyce, la madre di
Will, uno dei ragazzini), espressiva al massimo, e i ragazzini
(tutti, compresa Undici, che adoro, anche se il mio preferito è
Mike), mentre la trama, costruita in modo divino, atto a saltare ogni
eventuale parte noiosa, per quanto non originalissima, è comunque
estremamente interessante e capace di tener desta l’attenzione ogni
secondo, lasciandoci in bilico tra struggimento, sorriso, spasso e
tensione!
In
effetti, se la stupida vita vera non mi avesse interrotta, mi sarei
sparata gli otto episodi uno in fila all’altro, mai sazia!
La
conclusione, lo ammetto, per quanto soddisfacente, può apparire un
po’ frettolosa… ma non sarà forse per prepararci alla nuova
stagione? Io confido di sì, e non vedo l’ora di vederla!
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