LA
LISTA DI SCHINDLER
di Thomas Keneally
L’ho
letto mille anni fa, ma ricordo che mi era piaciuto e mi aveva
chiarito alcune cose che nel film di Spielberg avevo intuito ma senza
certezza (ad esempio, la questione della bimba con il cappotto
rosso), permettendomi di approfondirne altre e rendendo ai miei occhi
la figura dicotomica del protagonista ancora più sfumata e
affascinante.
La
trama la conoscono tutti, quindi glisso.
Dico
solo che alla pellicola ho preferito il romanzo, sia perché in
generale lo prediligo come mezzo, sia perché nel complesso mi è
risultato meno patinato, più genuino, più autentico e sincero, e,
anche se in alcuni passaggi è più vivido e cupo, mi ha dato
l’impressione di esserlo meno, per il semplice fatto che, per sua
stessa natura, il libro è rispettoso dei tempi dei miei stati
d’animo e non mi impone una visione lunghissima e soffocante, che
mi sopraffà.
Il
romanzo, poi, ci consente di osservare meglio le storie degli altri
personaggi, incluse le più fugaci, di individuarle e comprenderle
meglio, intessendo un affresco più vasto. Ci offre maggiori dettagli
storici e ci permette, in sostanza, di apprezzare la vicenda in modo
più completo, a tutto tondo.
L’inizio
è lento, ma presto diviene coinvolgente, unendo i pregi tipici di un
best seller (scorrevolezza, forte connotazione dei personaggi) con
quelli di un’opera impegnativa (ad esempio la molteplicità di
sfumature), in primis sotto il profilo emotivo. Arriverà a
commuoverci, com’è naturale, ma prima susciterà il nostro stupore
e la nostra indignazione.
Si
potrebbe obiettare che sull’Olocausto si è già raccontato tutto,
che come tema ormai è inflazionato… Ma non è così, tanto più
che la trama, oltre ad essere ispirata ad una storia vera, oltre ad
essere originale e vantare un punto di vista inedito e multiforme,
bilancia il male con il bene, dà e toglie, e talvolta ci sembra che
segua un disegno più grande, altre ci pare che proceda di pari passo
con il fato, casualmente… Più spesso ci restituisce qualcosa che
nelle pagine precedenti ci era stato tolto, o addirittura strappato
via.
Intenso
e profondo.
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