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giovedì 11 agosto 2016

Un patrimonio incredibile

ELFI, FATE E POOKA
di Wirt Sikes


Vale a dire “Folklore, mitologia, leggende e tradizioni fatate del Galles”.
Si parla, dunque, dei Tylwyth Teg, cercando di darne una classificazione, per quanto arbitraria (Elfi, Fate delle Miniere, Fate delle case, fate dei laghi e dei corsi d’acqua, Fate delle Montagne) ed al contempo di non perdere la meraviglia del racconto, indugiando su storie e testimonianze, effettuando confronti con Shakespeare, e prestando attenzione a varianti e motivi ricorrenti, soffermandosi altresì sulle abitudini delle Fate, sulle loro origini, su musiche e anelli fatati.
Un patrimonio incredibile, che può avere connotazioni fiabesche e gentili, come buffe e bizzose, o addirittura virare in contesti diabolici, quasi in stile horror, sicuramente inquietanti, che possono far rabbrividire più di una novella di Stephen King...
E se in principio la prosa dell’autore potrà apparirci desueta e datata, appena ci addentreremo nella materia la troveremo invece scorrevole, semplice e perfettamente adatta all’argomento. Con un tocco antico, a colorir le trame, ma tale da non comprometterne la freschezza e la magia.
Lettura gradevole, quindi, curiosa, per un volume breve ma esauriente, che vanta pure qualche illustrazione in bianco e nero. Unica difficoltà, forse, i nomi gallesi, spesso impronunciabili e poveri di vocali, ma suggestivi e non privi di una loro melodiosità.

Un’opera peculiare, che sa di svago, ma anche di erudizione, che può essere letta dai neofiti – il lettore viene infatti guidato con pazienza nei meandri delle leggende e dei miti – come da chi del tutto a digiuno di folklore non è, visto che è abbastanza dettagliata da rivelare, magari, qualcosa di nuovo, e che comunque ha il pregio di essere sistematica e puntuale.

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