PRIMO
SANGUE - RAMBO
di David Morrell
Splendido!
Davvero,
è stata una sorpresa, tanto più che le similitudini con il film
sono relative e non toccano il cuore dell'opera... La fine, intanto,
è completamente diversa, assai più drammatica, ma anche gli stessi
personaggi principali, Rambo (con tutto che preferisco chiamarlo “il
ragazzo”, perché immensamente più tenero), lo sceriffo Teasle, e
la loro evoluzione.
Se
il primo non è eroico e innocente come nella pellicola, per quanto
resti una favolosa macchina da guerra, il secondo non è poi così
cattivo. Anzi, non lo è per niente e la bellezza del libro sta
proprio in questo: nella circostanza che comprendiamo le motivazioni
di entrambi, quasi speculari fra loro, e che in fin dei conti li
giustifichiamo tutti e due, ammirandoli e provando pena per loro.
Anche se forse – contrariamente che nel film – quasi parteggio
per Teasle che per il vero protagonista, di cui scuso il disagio e la
rabbia, ma solo fino a che non va a colpire degli innocenti...
Non
che mi dispiaccia la sua assenza di etica: è perfettamente coerente,
e comunque non risulta fastidiosa, quanto piuttosto necessaria. Il
punto, però, è che Teasle, che nel film mi era antipatico e che
ricordo come un uomo gretto e spregevole, è ricco di umanità,
contraddizioni e problematiche, le quali non restano in superficie,
ma vengono approfondite almeno quanto le criticità di Rambo.
Niente
accenti manichei, dunque, ma un conflitto doloroso tra due
prospettive differenti, ma sostenibili.
Lo
stile dell'autore, poi, è perfetto: fluido, asciutto, preciso, ma
anche “morbido”, nel senso che accompagna il lettore con
dolcezza, creando atmosfera e poesia, come in un canto antico, mentre
procede con soggettive alternate, dando spazio in egual misura a
Rambo e a Teasle.
Insomma,
un romanzo assolutamente da leggere, sia per i fan della pellicola
con Stallone, sia per quelli a cui il film non ha detto granché.
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