LA
FAUNA DEI TRENI: I TRE TIPI DI BRUTI
fatti
non foste a viver come bruti,
ma
per seguir virtute e canoscenza
Così
scrive Dante nel XXVI canto dell’Inferno, ma solo perché non era
uso prendere il treno.
Sul
treno viaggiano i bruti.
Ce
ne sono di tre tipi.
Il
primo tipo, il più molesto, è denominato “le bestie”, e di
norma è costituito di adolescenti, per lo più maschi, di età
compresa fra i quattordici e vent’anni circa, che si spostano in
branco (da 4 a 10 membri). Fanno – intenzionalmente e al dichiarato
scopo di disturbare – un chiasso indiavolato, starnazzano a voce
alta, indulgono al turpiloquio e alla bestemmia gratuita, mettono le
scarpe sui sedili e ascoltano musica da discoteca a tutto volume.
Sono arroganti, prepotenti e maleducati, e si notano soprattutto in
estate, avvolti direttamente nei teli da spiaggia, sovente sguarniti
di biglietto e/o denaro e/o documenti. Unico rimedio se li si
incontra: spostarsi. Non è giusto, ma è inutile spendere parole con
loro. E’ come interloquire con uno scarafaggio. Spero che
nell’aldilà vengano scorticati vivi e cosparsi di sale.
Il
secondo tipo, altrettanto desolante, ma senza colpa, è costituito
dai minus habens, e denominato esattamente così: minus habens.
Possono essere uomini o donne, e in media di età compresa tra i
venti e i trentacinque anni. Il loro quoziente di intelligenza è
rasoterra, i loro riferimenti culturali attingono alla Tv spazzatura
(possibilmente reality-show), al calcio, al sesso, alla palestra e al
gossip. Non vanno oltre. Non sono in grado.
Di
per sé sono innocui, salvo che non si capiti a portata di udito in
una giornata di stanchezza colossale in cui non si ha la forza di
sottrarsi al loro tragico livello di conversazione. Tendenzialmente,
infatti, parlano a voce alta. E ti azzerano i neuroni con la loro
pochezza. Tra i possibili rimedi: le telefonate. Se parlate, forse,
riuscite a non sentirli. E potrete tranquillamente lamentarvi della
loro condizione, tanto non capiranno e non si sentiranno chiamati in
causa. Di norma non recepiscono nemmeno di essere loro i minus habens
cui fate cenno. Se riuscissi a non disprezzarli mi farebbero
tenerezza.
Il
terzo tipo è formato dai “classici senza biglietto”. Questo è
il gruppo più eterogeneo, formato da soggetti puzzolenti coperti da
strati di sporcizia, tizi ubriachi, e strafottenti vari,
furbescamente privi di documenti d’identità. A volte sono solo dei
disperati colti da sventura, più spesso degli infami approfittatori.
Possono viaggiare soli o in gruppi esigui, sanno che le minacce del
controllore sono vane per loro, poiché nel nostro bel paese civile,
se non hai niente da perdere, non ci sono i mezzi per far rispettare
nulla. Salvo aumentare le scomodità e i costi del biglietto per
quelli che lo pagano e lo hanno sempre pagato.
Di
positivo c’è che in linea di principio costoro si fanno i fatti
propri, senza insolentire – quantomeno non deliberatamente – gli
altri passeggeri. Salvo quando impongono la loro musica orribile a
tutto volume con quelle radioline marce e gracchianti con cui girano,
o si mettono a fumare di nascosto, bellamente seduti, senza neanche
aprire il finestrino. Ma questo è il caso di uno su trenta.
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