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venerdì 5 agosto 2016

Empatizzando con Florindo

IL MISTERO DELLA SEDIA A ROTELLE
di Laura Mancinelli


Vale a dire la prima avventura del Commissario Florindo Flores... Un giallo, quindi. E che ci fa qui, giacché il giallo non è il mio genere?
Diciamo che ci è capitato per caso, ma che comunque il libro è carino, oltre che brevissimo.
La trama stessa è abbastanza sui generis, con tocchi surreali: nel Po vengono trovati tre cadaveri. Tutti uguali, salvo che per un porro che si sposta o non c'è. Riconosciuti come il più famoso semiologo italiano (immagino che all'epoca Umberto Eco si sia fatto quattro risate), ma di fatto non identificati ufficialmente.
E infatti il semiologo non è morto e non è stato commesso alcun omicidio...
Incomprensibile? Apparentemente sì, ma la figura imbacuccata (uomo o donna?) che si aggira nei paraggi sulla sedia a rotelle può fornirci tutte le spiegazioni.
Un romanzo carino, appunto, forse un po' pedante in alcuni passaggi (non c'è bisogno di riepilogare la vicenda di continuo), ma estremamente snello, semplice, curioso, con una scrittura ironica e tranquilla, molte macchiette e pochi fronzoli, che ci strapperanno diversi sorrisi.
In quanto a lui, a Florindo Flores, non arriviamo a conoscerlo fino in fondo, ma empatizziamo: perché è un tipo qualsiasi, stanco, ingenuo, amante dei fiori, imbranato, ma lavoratore. Alle prese, per giunta, con problemi assurdi, quali lo smaltimento di cadaveri che... proprio cadaveri non sono. Quindi né i cimiteri né gli obitori li vogliono.

Una perfetta lettura estiva.

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